LETTERE DAL CARCERE

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Soletude / Ercolano, 8 e 13 Novembre 2020 e 12 Febbraio 2021
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arteideologia raccolta supplementi
made n.20 Giugno 2023
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
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Ercolano
, 8 Novembre 2020

Purtroppo, oltre alle lezioni on line per la scuola, ho avuto anche vari problemi familiari (madre e sorella) a tenermi impegnato.
Non mi sono dimenticato di quello che mi hai scritto, ma volevo risponderti con calma per ampliare un poco quello che tu hai correttamente sottolineato, e direi che, più che “discutibile”, ciò che quei personaggi dicono non è a mio parere in linea con ciò che pensa la sinistra comunista – ma questo non è certo una sorpresa.
Se ho capito bene quando questo movimento Dada era agli inizi, il tentativo rivoluzionario (il primo) era già fallito; Rosa e Karl uccisi, il partito comunista distrutto sul nascere. Quello che avviene dopo i primi di gennaio del 1919 è tutto un fallimento; non c'erano più  le condizioni, come osserva Bordiga da qualche parte che non ricordo. C'è stata sempre una parte notevolmente maggioritaria e opportunista della socialdemocrazia che ha sempre flirtato con il capitale, e che è stata la peste del movimento operaio.
Parte del proletariato rimane rivoluzionaria ma non c'è più la situazione rivoluzionaria del 1918, affossata dall'accordo della socialdemocrazia e dagli industriali (Stinnes), e quindi Weimar è sin dall’inizio soltanto il tentativo borghese di gestire per oltre un quindicennio la crisi economica con la pelle del proletariato, che dopo la crisi del 1929 verrà risolta col passaggio di testimone dalla socialdemocrazia al nazismo: un tipo più moderno di socialdemocrazia.In tutto questo, nulla di nuovo per la “sinistra”; ma ripeto queste cose a braccio, in un momento libero.
Io di arte non capisco nulla, ma mi sembra che l’arte non abbia influenza sul proletariato; forse solo su settori più borghesi apparentemente vicini al proletariato. Se mi sbaglio dimmelo pure.
Io ho in genere una modalità sintetica di esprimermi, e quanto ci siamo detti finora era stato già detto, ma è l’essenziale di tutto quello che si poteva dire al proposito. Siamo entrati nel nocciolo degli eventi, non so però quanto in quello dell’arte, e per entrare in quest’ultimo ti faccio i miei migliori auguri.

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Soletude, 13 Novembre 2020

Carissimi Lory e Giorgio, vi ringrazio anzitutto per gli auguri.
E ringrazio Giorgio per l'ultima lettera, che credo già contenga tutto quanto mi può servire al momento per confortare un giudizio sulle carenze di certa storiografia artistica che campa sul sentito dire, esprimendo valutazioni sulla base di luoghi comuni e opinioni di terza o quarta mano.
Il fatto poi che qualcuno si ritiene incapace di capire l’arte, credo sia solo un pregiudizio provvisorio, tuttavia difficile da estirpare persino tra noi, che pure non siamo pigri di conoscere, e spesso comprendiamo più di quanto siamo consapevoli di aver capito.
Certamente, Giorgio, che l'arte non ha nessuna influenza significativa sul movimento rivoluzionario e neppure sul proletariato. Il punto qui non è la sua "influenza" in ambiti diversi dal proprio (economici, politici, etici o psicologici che siano) ma, forse, la sua capacità di "lavoro" nel rac-cogliere e mostrare, in forme sensibili (parole, grafie, suoni ecc.) dei grani, per così dire, di "verità", che magari poi l'uomo troverà il modo di utilizzare per conoscere sempre più (anche sé stesso) ed agire di conseguenza, ecc…
Al momento non saprei spiegare il mio interesse per il collage di Hanna Höch del 1919, ma certamente non riguarda la possibilità che avrebbe avuto di influire sulle vicende di allora; e neppure dell’influenza dell’arte in genere sul movimento della storia. Piuttosto ritengo riguarda (o almeno dovrebbe riguardare) il “tema” di un rapporto dell’arte (e quindi dell’opera) anche con la verità storica, una volta che sia stata criticamente acquisita o, lasciami dire, con una verità storica più definita e “reale” che non ideologica…
Nella “propaganda”, ad esempio, il “giudizio” si farebbe valere nell’indifferenza dei “fatti”, dove nell’arte (per così dire) avverrebbe che siano i fatti a farsi valere (+ o –) nell’indifferenza del giudizio...
Così, ad esempio, l’anima dada dei suoi rappresentanti tedeschi si accende universalmente – in aderenza ai fatti del 1919 (l’anno del massacro degli spartachisti) per manifestarsi in piena forza a Berlino nel 1920 (mentre l’armata rossa della rivoluzione si muove all’attacco del baluardo reazionario di Varsavia) – per impantanarsi nella propaganda narrativa contingente negli anni seguenti – mentre la Repubblica di Weimar si “bolscevizza” in vie nazionali e fronti unici in difesa del raggiunto ordine socialdemocratico del Reich weimariano, e così via). E’ di sicuro una parabola esemplificativa, la mia, che però mi sembra trovare assonanza con un brano apparso qualche anno addietro sulla nostra rivista:   
«.Sul fronte interclassista il fermento socialpatriottico che alimentava il movimento fascista generò la sua forma speculare con il movimento degli Arditi del Popolo, che radunava fuorusciti dai ranghi dei reduci, del movimento dannunziano e delle stesse milizie fasciste. Il loro programma era democratico e antifascista, orientato alla difensiva. Le loro milizie rispondevano con le armi solo se attaccate. Organizzazione, linguaggio e persino estetica erano quasi la copia di quelli fascisti, compresi i gagliardetti, i teschi con la baionetta fra i denti (ma con gli occhi rossi), il fascio tagliato da una scure. In Germania lo scenario, a parte l'organizzazione non confrontabile dei protagonisti, fu analogo. Il 24 febbraio 1920 fu fondato da Hitler il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi (NSDAP). Molti punti del suo programma erano comuni a quello fascista. La resistibile ascesa fu agevolata dal sistema democratico e addirittura assecondata dalla socialdemocrazia tedesca, non tanto con cedimenti tattici quanto con il passaggio diretto alla repressione del movimento operaio. Il "noskismo" sanguinario fu premessa indispensabile al nazismo, il quale non avrebbe mai potuto vincere da solo contro masse di proletari armati. Ovviamente ebbero la stessa funzione i reiterati tradimenti dei vari partiti rispetto alle attese proletarie.».
[Necessarie dissoluzioni, nella rivista N+1, n. 36, dicembre 2014, pag. 14]

Nel collage del 1919 di Hanna Höch (così come nelle nostre considerazioni) sembrano prender forma proprio tutti questi stessi contenuti, tale da offrire visibilmente una più definita opportunità conoscitiva di quel preciso momento storico.
Come un reportage giornalistico su Weimar l’artista rompe e connette tutte le componenti di quell’aborto di stato. Ma quello che più importa (per l’opera, che è essa stessa la forma “adeguata” di un fatto) è che lo fa sconvolgendo praticamente le forme e le norme correnti della grammatica e della sintassi, della logica e della narrazione figurativa; forme e regole che in seguito verranno tutte ri-adottate per poter recuperare il massimo della riconoscibilità visiva e leggibilità narrativa, tipiche esigenze dell’immediatismo e dell’attivismo, sempre disposto a rinunciare al proprio futuro per un piatto di lenticchie. Ed ecco allora apparire quelle rappresentazioni anacronistiche e soccombenti della realtà che, ad esempio, ricorrevano alla democratica “metonimia della mano come segno di partecipazione [personale!] fisica e politica [elettorale!!], proprio mentre i fascismi, con medesimo stile, utilizzavano – nell’arte come nella realtà – l’aereo [la macchina] e i trust [impersonali], ossia le forze oramai sviluppate e concentrate del capitale…




Ed è anche così (ma non certo per questo) che alla fine negli anni 30 si giunse addirittura ad un comune sincretismo iconografico, altrettanto ributtante di quello teorico – altro che “diventare i primi membri dell'avanguardia a invocare la propaganda come modello artistico”…!
Ma tutti questi sono pensieri estemporanei su cui non mi soffermo prima di discuterne con gli altri. 
Comunque, Giorgio, non perdere altro tempo per starmi appresso, e adesso pensa a quelli che hai accanto.
Se poi sei ancora interessato a tutta questa faccenda, potremmo occuparcene più in là, magari anche liberandola dai risvolti artistici.
Ciao Lory, ciao Giorgio. Vostro

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Soletude, Venerdì 12 Febbraio 2021

Caro Giorgio: come previsto !

https://europa.eu/new-european-bauhaus/index_it

Ecco qui l’indirizzo di una pagina web molto interessante per quanto abbiamo detto nei mesi scorsi sulla solcialdemocrazia tedesca – incluso, ricorderai, l’insidia di un nuovo Bauhaus, che lascia intendere un secondo New Deal di ultima stagione, ossia: un Bauhaus weimariano come grimaldello spirituale dal costo concreto di 750 miliardi di euro.
Che dire? Per spalancare l’uscita di sicurezza socialdemocratica e prendere una boccata d'ossigeno, il disperato cadavere che pur si muove richiama all’ordine del caos persino le belle truppe di riserva dei sorci verdi dell'arte.
Ciao carissimo. Salutami Lory.

Carcere di Soletude, novembre 2020 e febbraio 2021
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