LETTERA DAL CARCERE . mattino e sera

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Lunedì, 12 marzo 2018 . mattino
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arteideologia raccolta supplementi
made n.15 Maggio 2018
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
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Carissima,
qui dentro noi siamo sempre alle prese con la faccenda dell’arte raccontata ai compagni, e al momento stiamo affrontando alcune questioni riguardanti la prospettiva (...non trovi beffardo per dei detenuti star lì a ragionar su orizzonti e punti di fuga?).
Ma non è questo l’argomento.
Il fatto è che mi sono imbattuto in un brano contenuto in un libro, che tu stessa hai avuto la bontà di farmi avere ultimamente, e che tratta appunto dell'Origine della Prospettiva.
Ed è da questo testo di Damisch che adesso ti propongo un brano da aggiungere al corredo delle argomentazioni svolte nella mia lettera del 22 agosto dell'anno passato.  
“La prospettiva è oggetto, nel testo di Vasari, di un singolare approccio, dato che l’autore delle Vite non si dà pace finché non riesce a relegarla al rango di semplice tecnica, e persegue con i suoi sarcasmi coloro che, come Uccello, le hanno accordato più tempo e più lavoro di quanto essa non meritasse.
Un tale svilimento della prospettiva (nel senso in cui si è potuto parlare di svilimento della scrittura, della lettera o del significante, in generale) è sorprendente se si pensa che un secolo prima la padronanza che i pittori dicevano di avere di questa nuova disciplina era servita loro da argomento per rivendicare uno statuto non più di artigiani, ma di intellettuali sotto tutti i punti di vista”.
Tanto vale per lo svilimento della prospettiva, quanto per quello della scrittura - non credi?
Daltronde è accertato che tra la mano e la faccia, nella pratica del linguaggio, esiste una forte coordinazione, che si esprime nel gesto fatto a commento della parola; gesto che riaffiora nella scrittura... - Leroy-Gourhan... ricordi?
Abbiamo, cioè, nella scrittura, una invariante dell’arte figurativa e una sua ragione del porsi e riporsi storicamente... come è stato per l'arte concettuale? (non sono proprio sicuro che i sonetti di Michelangelo siano qualcosa di sostanzialmente diverso dalle sue sculture - se non da un punto di vista pratico e fenomenico).
Ora la smetto di esser pedante, e per farmi perdonare ti mando una cartolina che qualche anno fa mi ha portata mia figlia dalla Val Senales. Ma, piuttosto che metterla in relazione con questa faccenda della scrittura e Nietzsche preferisco mostrartela accompagnandola da un commento di Marx, che mi piace citare spesso: "
...il contegno reale pratico dell’operaio nella produzione e rispetto al prodotto (come stato d’animo) si presenta nel non-lavoratore, che gli sta di fronte, come contegno contemplativo (theoretisches)" - e così svelare qualcosa circa i presupposti materiali della contemplazione estatica ed estetica.
Farei un torto alla tua intelligenza se aggiungessi di più.
Adesso devo andare. Ti saluto e abbraccio... Ma c'è dell'altro....

Carcere di Soletude, lunedì 12 marzo 2018
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