LA DONNA E IL SOCIALISMO |
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August Bebel . 1883 . ediz.1905
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[poligamia e poliandria] La poligamia che abbiamo osservato presso i popoli orientali, dove regna tuttora,ma dove, in causa del numero crescente delle donne e delle spese per il loro mantenimento, è praticata solo dai privilegiati e dai possidenti, sta in contrapposto alla poliandria. Questa esiste a preferenza nelle popolazioni montanare del Tibet, presso i Garras dei confini indochinesi, i Baicas della Godwana, i Nair dell'estremo sud dell'India, e dev'essere esistita fra gli Eschimesi e gli Aleutini. La discendenza tenuta in conto (come non potrebbe essere altrimenti ) è la materna; i figli appartengono alla madre. I mariti di una donna sono per lo più fratelli tra loro. Se il fratello maggiore prende moglie, gli altri diventano mariti della stessa donna, che ha però il diritto di sceglierne altri ancora se le aggrada. A loro volta gli uomini hanno il diritto di possedere più mogli. Non è per anco stato stabilito a quali condizioni la poliandria debba la sua origine. Considerato che le popolazioni poliandriche, senza eccezione, vivono sulle alte montagne, o in zone fredde, si deduce che probabilmente questa condizione è favorevole alla poliandria. Tarnowsky [1] apprese da viaggiatori degni di fede che il lungo soggiorno sulle alture diminuisce lo stimolo sessuale, il quale riacquista nuova forza scendendo al basso. La diminuzione di attività sessuale, crede Tarnowsky possa servire a spiegare il relativo minore aumento degli abitanti delle montagne; diminuzione di produzione che, diventando ereditaria, forma una delle degenerazioni che contribuiscono al pervertimento dei sensi. La lunga permanenza in luoghi alti o freddi, ed il sistema di vita fanno sì che gli uomini non impongano eccessive pretese sulla donna. Anch'essa, a sua volta, subisce l’influenza del clima nella stessa sua natura, e lo conferma il fatto che le ragazze eschimesi non sono generalmente mestruate prima del diciannovesimo anno, mentre nelle zone calde lo sono a nove o dieci anni, e nelle temperate dai quattordici ai sedici. I paesi caldi, com’è noto, esercitano un'influenza stimolante sugli istinti sessuali, ragione per cui la poligamia ha in questi la massima diffusione. Per l'opposto, i paesi freddi e i luoghi alpestri debbono avere un'influenza contraria sui detti istinti. L'esperienza dimostra che le donne che hanno rapporti con molti uomini raramente hanno figliuoli. L'aumento della popolazione è dunque scarso dove regna la poliandria e permette di superare le difficoltà nel procacciarsi i viveri, che s'incontrano nei paesi freddi e sulle alte montagne. Con ciò viene provato che nello stato di poliandria, che a noi sembra così strano, il sistema di produzione ha grande influenza sui rapporti sessuali. Non è ancora accertato se fra i popoli montanari, o delle regioni fredde, sia in uso l'infanticidio delle femmine, come presso le tribù mongoliche delle alte montagne della Cina *** [l’impero romano e il cristianesimo] |
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Nessuno ride del vizio. Il sedurre o l’essere sedotta non è nemmeno una usanza. Gli uomini s’ammogliano tardi e conservano quindi la loro vigorìa. Non hanno fretta di sposarsi neppure le ragazze, nelle quali si trova la stessa vigorìa e lo stesso sviluppo fisico dei maschi. Di eguale età e robustezza, essi si sposano e trasmettono ai figli il proprio vigore.».
Forse Tacito volendo presentare un modello ai Romani ha dipinto alquanto con rosei colori lo stato matrimoniale degli antichi Teutoni. Certo è che la moglie adultera era severamente punita, ma non altrettanto accadeva del marito. Al tempo di Tacito, tra i Teutoni la gens era sempre in fiore. Egli che, vivendo tra i progrediti ordinamenti dei Romani, ignorava l'antica costituzione gentilizia e i suoi principî, racconta con sorpresa che presso i Teutoni il fratello della madre considerava il nipote come figlio e che anzi alcuni riguardavano il legame di sangue fra lo zio materno ed il nipote ancor più sacro e stretto di quello tra madre e figlio. Così che quando venivano richiesti ostaggi, offriva maggior affidamento il figlio della sorella che non il proprio. «.Se da un membro della gens veniva dato in ostaggio il proprio figlio ed era sacrificato per violazione di patto del padre, questi non doveva risponderne che a sé stesso. Ma se il sacrificato era invece il figlio della sorella, si offendeva il più santo dei diritti della gens. Il parente gentilizio più prossimo, che avrebbe dovuto essere il protettore del ragazzo, o del giovanotto, si rendeva responsabile della di lui morte. Egli, o non doveva darlo come ostaggio, o doveva serbar fede al patto.».[7] Del resto, come Engels comprova, ai tempi di Tacito presso i Teutoni il diritto materno aveva già ceduto il posto al paterno. I figli ereditavano dal padre; se non ve n'erano, ereditavano invece i fratelli del padre e lo zio paterno o materno. L'ammettere all’eredità il fratello della madre, sebbene imperasse la discendenza per maschi, si spiega col fatto che l’antico diritto era appena scomparso. Il ricordo di esso era pure causa della stima dei Teutoni per il sesso femminile, che tanto sorprendeva Tacito. Egli osservò fra le altre cose che il loro coraggio era infiammato al più alto grado dalle donne. Il pensiero di vedere cadere in prigionia o schiavitù le proprie mogli era terribile per gli antichi Germani, e li stimolava alla resistenza più eroica. Ma anche le donne erano dominate da una forza d’animo che impressionò i Romani. Allorché Mario negò alle prigioniere teutoniche di dedicarsi come sacerdotesse a Vesta (dea della castità verginale), esse si diedero la morte. Ai tempi di Tacito i Teutoni erano già diventati un popolo sedentario. La divisione delle terre coltivabili si faceva annualmente per tutti, mentre le foreste, le sorgenti d'acqua e i pascoli rimanevano proprietà comune. La vita era ancora molto semplice; la ricchezza consisteva principalmente in bestiame; il vestiario, in grossolani mantelli di lana, o in pelli di animali. Le donne e gli ottimati portavano sottovesti di lino. La lavorazione dei metalli era in fiore soltanto presso quelle tribù che abitavano in luoghi troppo lontani per l'importazione dei prodotti industriali romani. La decisione delle quistioni di poca importanza spettava al consiglio dei capi; le più importanti eran di pertinenza dell'assemblea popolare. I capi erano elettivi e, generalmente, scelti nella stessa famiglia, ma il passaggio al diritto paterno, favorendo l'ereditarietà delle cariche, condusse alla fondazione di una nobiltà di tribù, onde più tardi originò il regno. Come in Grecia e a Roma, così in Germania la gens scomparve a causa della proprietà privata, per lo sviluppo dei mestieri e del commercio e per la mescolanza con i membri di altre tribù e di altri popoli. Alla gens subentrò una confederazione o unione di comunità, il consorzio delle Marche, il quale per molti anni formò l'organamento democratico dei contadini liberi e che, pel corso di molti secoli, servì da solido riparo nelle lotte contro la nobiltà, la chiesa e i principi, e non scomparve neanche del tutto quando il feudalismo giunse al potere e i contadini liberi di allora furono convertiti in schiavi e dipendenti. La comunione delle Marche era rappresentata dai capi di famiglia. Le mogli, le figlie, le nuore erano escluse dal consiglio e dal potere dirigente. I tempi in cui le donne tenevano la direzione degli affari di una tribù - contingenza altamente biasimata da Tacito, e della quale questi parla con disprezzo - erano passati. Nel quinto secolo la legge salica abolì la successione della donna per i beni ereditari della tribù. Ogni membro del consorzio delle Marche aveva diritto, sposandosi, ad uno dei lotti di terreno. In generale i nonni, i genitori ed i figlioli vivevano sotto un tetto comune, e non di rado avveniva che per avere un altro pezzo di terra il padre facesse sposare il figlio minorenne e ancora giovanetto a una ragazza pubere, adempiendo egli invece del figlio ai doveri maritali.[8] La giovane coppia riceveva un carro di legno di faggio e il legname per costruire la capanna. Alla nascita di una femmina, veniva assegnato a questa un carro di legna, a un maschio, due carri.[9] Come si vede il sesso femminile veniva stimato la metà.[10] Il matrimonio era semplice. La cerimonia religiosa era sconosciuta, bastava la dichiarazione di consenso da ambo le parti, e, tosto che la coppia aveva preso possesso del talamo nuziale, il matrimonio si riteneva compiuto. La necessità di un atto ecclesiastico per rendere valido il matrimonio sorse nel secolo IX, e solo nel XVI dal concilio di Trento il matrimonio fu dichiarato sacramento della chiesa cattolica. [feudalesimo] Col sorgere del feudalismo peggiorò la condizione di una gran parte di uomini liberi. I condottieri vittoriosi usavano del loro potere per impossessarsi di grandi estensioni di terre; si consideravano padroni degli averi della comunità, che andavano dividendo temporaneamente, o con diritto di successioni, ai loro seguaci devoti: agli schiavi, ai servi, agli emancipati, nella maggior parte di origine straniera. Costituirono così una nobiltà di corte e di toga a loro piacimento. La costituzione del gran regno di Francia pose definitivamente termine alla costituzione gentilizia. Al posto del consiglio dei capi, subentrarono i condottieri delle armate e la nobiltà recentemente istituita. A poco a poco la grande massa degli nomini liberi, per le continuate guerre di conquista e le discordie dei potenti, delle quali essi dovevano sopportare tutti i pesi, cadde in uno stato di esaurimento e di miseria. Essa non era più al caso di adempiere al dovere di prendere le armi. I principi e i nobili si videro costretti ad assoldare soldati mercenari, e i contadini dovettero mettere sé stessi e i loro possedimenti sotto la protezione dei grandi o della Chiesa. Questa aveva compreso che in pochi secoli avrebbe acquistato grande potere, per cui imponeva tributi e servigi. I beni rurali, fino allora liberi, furono gravati da tasse, che col tempo si fecero sempre maggiori. Questa condizione di semidipendenza non poteva durare a lungo ed il contadino finì col perdere anche la libertà personale. Il proprietario si arrogò a poco a poco un potere quasi illimitato sui servi e sui dipendenti. Ad esso apparteneva il diritto di costringere al matrimonio ogni giovanotto giunto all'età di 18 anni ed ogni ragazza di 14. Poteva scegliere anche il marito per la moglie e viceversa. Lo stesso accadeva per i vedovi e le vedove. Come padrone dei sudditi, si credeva in diritto di esercitare un potere sulle donne serve e dipendenti, chiamato jus primae noctis (diritto della prima notte). Lo stesso diritto spettava al suo rappresentante (il sindaco), a meno che non venisse convertito in una tassa (che dallo stesso nome rivelava la sua natura: (bocca del letto, scellino della camicia, tributo della vergine, tassa del grembiale, ecc.). E’ stata più volte contestata l'esistenza del diritto della prima notte. Molti individui non lo trovavano di loro piacimento, perché esercitato ancora in tempi che si vorrebbero portare per modello di costumatezza e di pietà. E’ già stato accennato come questo diritto provenisse originariamente da un costume dei tempi del diritto materno. Con la scomparsa dell'antico organamento di famiglia, il diritto di possedere la sposa nella prima notte di matrimonio toccò ai parenti, ma col tempo assunse limiti più ristretti per rimanere infine soltanto al capo tribù, o ai preti. II Signore feudale lo assunse come manifestazione del suo potere selle persone appartenenti alle sue terre, e ne faceva uso, se voleva, o vi rinunziava contro |una mercede di prodotti naturali o di danaro. La reale esistenza del diritto della prima notte appare nell'opera di Giacobbe Grims: Weisthümer. 1. 43. Sugenheim [11] ritiene che l’jus primae noctis, come diritto del padrone, originasse da ciò, che spettava ad esso dare il consenso ai matrimoni. Per questo privilegio si stabilì a Béarn il diritto che i primogeniti dei matrimoni nei quali fosse stato esercitato l’jus primae noctis fossero liberi cittadini. Più tardi lo stesso diritto si poteva acquistare dappertutto pagando una tassa. Secondo Sugenheim i vescovi di Amiens si mostrarono i più tenacemente attaccati a questa tassa fino al principio del secolo XV. In Iscozia Malcolm III, alla fine del secolo XI, dichiarò il diritto della prima notte convertibile in una tassa. In Germania persistette però molto più a lungo. Secondo il catasto del convento svevo di Adelberg del 1496, Börthingen, un servo, si scioglieva da questo dovere se, sposandosi, pagava una certa quantità di sale, e la sposa 1 lira sterlina e 7 scellini, o una scodella da potervisi sedere dentro. In altri luoghi le spose dovevano pagare al padrone, a titolo di riscatto, tanto formaggio e burro che «.equivalesse alla grandezza ed alla consistenza del loro podice.». In altri luoghi invece un elegante sedile di cordovano «.della capacità necessaria a contenere, la sposa seduta.»[12]. Welsch, trattando del tribunale supremo di appello bavarese, afferma che nel secolo scorso esisteva ancora in Baviera questa tassa. (Ueber Stetigung und Ablösung bäuerlichen Gundaslen mit besondere Rücksicht auf Bayern; Württemberg, Baden, Hessen, Preussen und Oesterreich, Landshut, 1848). Engels[13] c'informa inoltre che presso i Valiserni e gli Scoti si conservò per tutto il medio evo il diritto della prima notte: se non che, per la persistenza dell'organamento gentilizio, non il signore feudale, o il suo rappresentante, ma il capo del clan esercitava questo diritto come rappresentante di tutti gli uomini ammogliati, fino al giorno in cui il diritto venne ceduto. Non vi è dubbio alcuno che il diritto della prima notte esistesse non solo nel medio evo, ma fino in tempi moderni, ed abbia avuto una parte nel codice del diritto feudale. In Polonia i nobili si facevano un diritto di violare le ragazze che piacevano loro, infliggendo cento bastonate a chi se ne lagnasse. Come il sacrificio dell’onore delle ragazze sembri anche oggidì ai proprietari o ai loro soggetti cosa naturale, appare non solo in Germania molto più spesso di quanto si creda, ma, come asseriscono conoscitori di paesi e popoli, in tutto l'Oriente e nel sud-est di Europa. In Francia, il proprietario aveva interesse in caso di matrimonio che i figli rimanessero, come i genitori, negli stessi rapporti di sottomissione verso di lui. Le forze lavoratrici aumentavano ed aumentavano anche le rendite. Quindi i proprietari, civili o ecclesiastici, favorivano i matrimoni dei dipendenti. La chiesa, invece, con gl'impedimenti al matrimonio, mirava di entrare in possesso, a titolo di legato, delle terre o dei beni altrui. Ciò però riguardava solo quelli fra i liberi delle classi più basse, la cui condizione, date le circostanze accennate, diventava sempre più insostenibile, e i cui beni erano ceduti alla chiesa, poiché essi cercavano protezione e tranquillità entro le mura dei conventi. Altri, invece, soltanto prestando servizi o pagando imposte si mettevano sotto la protezione della chiesa. Per tal modo non di rado i discendenti incorrevano nella sorte cui si erano sottratti i loro predecessori, venendo a poco a poco nella dipendenza della chiesa, o diventando addirittura nuove reclute per i conventi. [città e immigrazioni] Dopo il secolo XI, le città fiorenti avevano vivo l’interesse di favorire l'aumento della popolazione e facilitavano il domicilio stabile e i matrimoni. Quindi instituirono asili per i contadini che cercavano sottrarsi a un'insopportabile oppressione, per gli schiavi fuggiaschi e per i servi. Ma più tardi avvennero altri cambiamenti. Tosto che le città divennero più potenti e sorse la classe dei lavoratori, nacque nei mestieranti l'ostilità verso i nuovi arrivati, perché vedevano in essi molesti concorrenti. Si cercò di mettere un limite all'immigrazione. Le forti tasse di famiglia, i costosi esami di abilitazione, il limitare il mestiere ad un certo numero di maestri e di garzoni, costrinsero migliaia d' individui alla dipendenza, al celibato, al vagabondaggio. E allorquando, nel corso del secolo XVI, per ragioni che addurremo più innanzi, finirono i tempi fiorenti e si delineò la decadenza delle città, avvenne che con le vedute limitate dei tempi si aumentassero sempre più gl'impedimenti al domicilio stabile e all'indipendenza individuale. Altre cause concorsero a ciò. La tirannia dei signori feudali cresceva di decennio in decennio, così che molti de' loro soggetti preferirono cambiare la loro vita grama con quella del mendicante, del vagabondo, o del brigante, favoriti dalle estese foreste e dalle cattive condizioni dei mezzi di comunicazione. Oppure divennero, per le molteplici guerriglie di quei tempi, lanzichenecchi che si vendevano a chi meglio li pagasse o a coloro in compagnia dei quali vi fosse da fare miglior bottino. Ne originò un numeroso proletariato di straccioni maschi e femmine, che divenne la piaga del paese. > segue |
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Note di A. Bebel
[1] - Tarnowsky: IHe Krankhaften Erscheinungen des Geschechlechtssinnes. Berlino, Augusto Hirachwald, 1886. [2] - Tacito, Istorie, vol. V. [3] - Mantegazza, Gli amori degli uomini. [4] - S. Matteo, Cap. XVIII, vcrs. 11 e 12. [5] - Misura della quale, fra gli altri, si lagnarono i parroci della diocesi di Magonza così esprimendosi: «.Voi, vescovi e abbati, possedete grandi ricchezze, una tavola regale e sontuosi equipaggi da caccia. Noi poveri semplici preti non abbiamo per conforto che la moglie. L’astinenza sarà una bella virtù, ma in verità è assai dura e severa.». (Ives Guyot : Les theories sociales du christianisme. 2a ediz. Parigi). [6] - Buckle cita numerosi esempi nella sua Storia della civiltà d'lnghilterra. |
I7] - Engels, Der Ursprung der Familie, ecc.
[8] - Lo stesso avveniva sotto la signoria del Mir in Russia. Si veda de Laveley: La proprietà primitiva. [9] - Si veda Q. L. von Maurer: Geschichte der Markverfassung in Deutschland. [10] - Anche oggi si osserva la differenza. [11] - Geschichte der Aufhebung des Leideigenschaft und Hörigkeit bis um die Mitte der 19 Jahrhunderts. St. Petersburg, 1861. [12] - Memminger, Stälin ed altri: Beschreibung der wüttembergischen Aemter. Fascicolo XX (Oberamt Göppingen). Hormayr: Die Bayer in, Morgenlande. Annotazione p. 38. Si veda Sugenheim, op. cit. p. 360. [13] - Der Ursprung der Familie, p. 97. Immagine in alto: Alexander Graham Bell bacia la moglie Mabel Hubbard Gardiner Bell posta all'interno di un aquilone tetraedrico - ottobre 1903. Foto Library of congress. |
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