LA DONNA E IL SOCIALISMO |
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August Bebel . 1883 . ediz.1905
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LA SOCIALIZZAZIONE DELLA SOCIETÀ Espropriati tutti gli strumenti di lavoro e resi proprietà comune, la società crea la sua nuova base. Le condizioni di vita e di lavoro, cioè l'industria, l’agricoltura, il commercio, l’educazione, il matrimonio, la vita scientifica, artistica e sociale, cambiano radicalmente per entrambi i sessi. L’esistenza umana riceve nuovo impulso, e a poco a poco anche l'organamento dello stato perde le sue basi e lo Stato sparisce, dissolvendosi in certo modo da sé stesso. [ espropri e confische borghesi in Europa ] Quando, nel medio evo, la nobiltà e i principi s'impossessarono dei beni comuni lo fecero per l’amore del diritto e nell'interesse del bene comune, e la storia dal medio evo ai tempi moderni ci ha fatto vedere che cosa si sia tatto dei beni pubblici e delle proprietà dei poveri contadini. La storia degli ultimi secoli è una storia non interrotta di rapine delle proprietà pubbliche e dei contadini per opera dei nobili e della chiesa, praticata in tutti gli Stati civili di Europa. Quando poi la grande rivoluzione francese espropriò i beni dell’aristocrazia e della chiesa lo fece in nome del bene comune e la più gran parte degli otto milioni di possidenti, che formano il sostegno della Francia borghese, deve la sua esistenza a questa espropriazione. [il lavoro senza la proprietà ] Tosto che la società si troverà in possesso di tutti gli strumenti del lavoro, l'obbligo del lavoro per tutti gli individui capaci di lavorare, senza distinzione di sesso, diventa legge fondamentale del socialismo. La società non può esistere senza lavoro; essa ha dunque diritto di esigere che tutti coloro che vogliono soddisfare i propri bisogni si adoperino in ragione delle loro forze fisiche e intellettuali per produrre gli oggetti necessari. La stolta asserzione che i socialisti vogliano abolire il lavoro è un assurdo senza uguale. Gli oziosi, i pigri esistono solo nel mondo borghese. Il socialismo si accorda in questo con la Bibbia là dove dice: Chi non lavora non deve neppure mangiare. Ma il lavoro dev'essere un'attività utile, produttiva. La nuova società richiederà che ognuno compia un determinato lavoro industriale, commerciale, agricolo, o altrimenti utile, per mezzo del quale possa produrre una quantità di lavoro per la soddisfazione dei suoi bisogni. Senza lavoro nessun guadagno, nessun lavoro senza guadagno. [ la scienza statistica, la conoscenza e la soddisfazione dei bisogni ] Come presentemente lo Stato e i diversi comuni stabiliscono annualmente i loro bilanci, così accadrà in avvenire per tutti i bisogni sociali, tenendo conto dei cambiamenti che esigono i nuovi e più grandi bisogni. La statistica avrà la parte principale: essa sarà la scienza ausiliaria più importante nella nuova società e fornirà la misura |
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Quante migliaia di scopritori e inventori sono andati perduti perché non trovarono chi fornisse loro i mezzi per la esecuzione delle loro scoperte e invenzioni! È impossibile tener conto di quanti scopritori e inventori di merito vengano sopraffatti dalla miseria. Non le persone d'intelletto chiaro ed acuto sono ì padroni del mondo, ma quelli di grandi mezzi, con la qual cosa non intendiamo dire però che anche una mente chiara e una borsa piena non possano essere riunite nella medesima persona.
Tutti coloro che hanno esperienza della vita sanno con quanta sfiducia accolga oggi l’operaio ogni miglioramento ed ogni nuova invenzione. E non a torto, poiché generalmente non già egli ne trae vantaggio, ma colui che lo impiega. Egli deve temere che la nuova macchina, il miglioramento introdotto lo rendano superfluo e lo gettino sul lastrico. Invece di godere di un’invenzione che fa onore all’umanità e procura vantaggio, ha sulle labbra imprecazione e bestemmie. E quanti miglioramenti per il sistema di produzione, scoperti da operai, non vengono eseguiti! L’operaio tace, perché teme di averne non vantaggio ma danno. Queste sono le conseguenze naturali del contrasto degl'interessi.[2] Nella società a sistema socialistico l'opposizione degl’interessi è messa da parte. Ciascuno sviluppa le facoltà per essere utile a sé stesso, e al medesimo tempo, alla comunità. Oggi soddisfare il proprio egoismo e il bene generale sono per lo più cose opposte, che si escludono scambievolmente. Nella nuova società queste opposizioni saranno abolite e «la soddisfazione dell'egoismo personale e la prosperità del bene generale armonizzeranno e si fonderanno»[3]. Gli straordinari effetti di un tale stato morale sono evidenti. La produttività del lavoro aumenterà in modo considerevole, soprattutto col venir meno della suddivisione delle forze lavoratrici in centinaia e in milioni di piccole industrie, le quali possiedono strumenti e mezzi di lavoro imperfetti. E’ stato già detto sopra, in quale proporzione di industrie piccole, medie e grandi si suddivida la vita industriale in Germania. Riunendo le industrie piccole e le medie in industrie grandi, che possiedono tutti i vantaggi della tecnica moderna, viene eliminata una enorme dispersione di forze, di tempo, di materiale di ogni specie (illuminazione, riscaldamento, ecc.), e spazio; e la produttività del lavoro sarà aumentata in mille modi. Una statistica del Massachusetts del 1890 mostra la differenza nella produttività fra le industrie piccole, le medie e le grandi. Le attività di dieci rami principali d'industria sono divise in tre categorie che dànno meno di 40.000 dollari di prodotti appartengono alla classe inferiore; tra i 40.000 e i 160.000 dollari alla classe media, e sopra i 150000 dollari alla classe superiore. Ecco il risultato: Il numero più che doppio delle piccole industrie in confronto delle medie e delle grandi diede quindi solo il 9,4% del prodotto totale; e il numero delle grandi industrie, che ammonta al 25%, diede quasi due volte e mezzo la quantità di prodotti di tutte le rimanenti industrie riunite. Ma anche le grandi industrie potrebbero essere esercitate più razionalmente, in modo da potere, perfezionando con la tecnica forme di produzione, ottenere una produzione complessiva molto maggiore. [il lavoro necessario e senza dispendio] Il prof. Hertzka ha calcolato e pubblicato nel suo libro Die Gesetze der sozialen Entwickelunq, ciò che si può guadagnare di tempo con una produzione fondata su base razionale. Egli ricercò quale dispendio di forze e di tempo sia necessario per soddisfare i bisogni della popolazione austriaca (21 milioni) calcolando la produzione oggi possibile. [ la produzione materiale, artistica e scientifica, e la moda] Ma la società non deve soddisfare solo i bisogni materiali, deve rimanere a tutti tempo sufficiente per l’educazione artistica e scientifica di ogni specie e per la ricreazione. Anche in altri punti molto importanti il comunismo socialistico differisce dall’individualismo borghese. Il principio dell'«a buon mercato›› e «cattivo›› che dà e deve dare norma per una gran parte della produzione borghese, perché il maggior numero dei clienti non può comprare mercanzie se non a buon mercato e che sono rapidamente vendute, cade ben presto. Non si produce se non l'ottimo, che dura il maggior tempo possibile e che solo raramente avrà bisogno di essere sostituito. Le pazzie della moda, che favoriscono la dissipazione e spesso la mancanza di gusto, cesseranno del tutto. Senza dubbio si vestirà in modo più conveniente e migliore di quanto si faccia oggi – notiamo passando che le mode dell'ultimo secolo, specialmente per l’uomo, si distinguono per la mancanza di gusto – ma non si pretenderà più d'introdurre una moda ad ogni stagione, pazzia, che da un lato è collegata strettamente con la lotta di concorrenza delle donne fra loro, dall'altro con la vanagloria e il bisogno di far mostra delle proprie ricchezze. [ il lavoro e altre forze motrici: l’elettricità, i combustibili, il lavoro del sole ] Tra le forze motrici che verranno messe in applicazione l’elettricità occuperà il primo posto. Già la società borghese si sforza ovunque di servirsene. Quanto più essa si estende e si perfeziona, tanto meglio è per il generale progresso. L’azione rivoluzionaria di questa forza, la più potente fra le naturali, spezzerà le catene del mondo borghese e schiuderà la via al socialismo. Ma il profitto più completo e l’applicazione più estesa di questa forza si troverà soltanto nella società a sistema socialistico. Segue nel prossimo almanacco
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[1] . «L’emulazione, che incita ai più potenti sforzi per riscuotere la lode e l’ammirazione del pubblico, si dimostra con l’esperienza utile ovunque gli uomini gareggino pubblicamente uno con l’altro, anche se si tratti di cose frivole e dalle quali il pubblico non ritragga utilità alcuna. Ma l’emulazione quando si possa fare per il bene generale, ha una specie di concorrenza che i socialisti non respingono.›› (John Stuart Mill, Economia politica). Ogni riunione di persone che tenda agli stessi scopi, fornisce numerosi esempi di aspirazioni elevate, la cui conseguenza non è un successo materiale, ma ideale. I contendenti vengono spinti dall’ambizione di distinguersi, dal desiderio di essere utili alla causa comune; ma questa specie di ambizione è una virtù, eccitata per il bene di tutti e in cui anche il singolo individuo trova la sua soddisfazione. L’ambizione è soltanto nociva e spregevole, quando si manifesta a danno della generalità e a spese altrui.
[2] . Von Thünen dice nell’opera Der isolirte Staat! » (Rostock): « Nel conflitto degli interessi sta la ragione perché proletari e possidenti stanno di fronte gli uni agli altri in atteggiamento ostile, e non si riconcilieranno finché non sarà eliminata la differenza degl'interessi. Non solo il benessere del suo padrone, ma anche le entrate nazionali possono aumentare per le scoperte nelle fabbriche, per la costruzione di strade maestre e di ferrovie, per nuove relazioni commerciali. Ma nel presente ordinamento sociale l’operaio non ne viene beneficato. La sua posizione rimane tale quale e tutto l'aumento delle entrate è a beneficio esclusivo degl’intraprenditori, dei capitalisti, dei proprietari.» Quest’ultima proposizione s'accorda quasi letteralmente con la frase di Gladstone espressa al Parlamento Inglese ove egli nel 1864 dichiarava: «Il pazzo aumento di entrate e di potere, che ha subìto in questi ultimi venti anni l’Inghilterra è rimasto esclusivamente ai possidenti.›› E a pag. 297 della sua opera von Thünen dice: «Il male sta nella separazione dell’operaio dal suo prodotto.» Morelly così si esprime nei suoi Prinzipien der Gesetzgebung: «La proprietà si divide in due classi: in ricchi e in poveri. Quelli, amano il loro patrimonio e non vogliono difendere lo Stato; questi, non possono amare la patria perché non concede loro se non miseria. Ma tutti amano la patria nel comunismo, poiché ognuno ne riceve vita e felicità».
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[3] . Nel misurare i vantaggi e i danni del comunismo, Stuart Mill dice nella sua Economia politica›: «Nessun terreno può essere più favorevole allo sviluppo di un tale concetto (quello, cioè, che l’interesse del pubblico sia anche del privato) di quanto sia la società comunistica. Ogni ambizione, come ogni attività fisica e intellettuale, che adesso si stancano nella ricerca d’interessi, particolari ed egoistici, domanderebbero un'altra sfera d'azione e la troverebbero negli sforzi per il generale benessere››.
[4] . Che cosa dice di questo calcolo Eugenio Richter nelle sue Irrlehren [Eresie]? Egli mette in ridicolo l'enorme limitazione di lavoro da noi esposta in quest’opera, determinata dal dovere generale di lavorare e dalla più alta organizzazione tecnica dei sistemi di lavoro. Egli cerca di abbassare la potenzialità produttiva della grande industria e d’ingrandire invece l’importanza delle piccole industrie, per potere asserire che non si può la maggiore produzione affermata. Per poter far sembrare il socialismo cosa impossibile, questi difensori dell'ordine attuale screditano i pregi dell'ordinamento stesso della loro società. [5] . «Il capitale, dice il Quarterly Reviever, fugge il tumulto e la lotta ed è di natura timido. Ciò è vero, ma non è tutta la verità. Il capitale ha orrore della mancanza di guadagno, o del piccolo guadagno, come la natura del vuoto. Con un profitto conveniente il capitale diventa ardito. Col 10% sicuro lo si può impiegare da per tutto; col 20% si anima, col 50% si fa rischioso, col 100% calpesta tutte le leggi umane sotto ti piedi; col 300% °/0 non vi è delitto che non rischi anche col pericolo della forca. Se il tumulto e la lotta portano profitto, il capitale non mancherà di incoraggiarli entrambi». (Carlo Marx, Il capitale, 1° vol. II ediz. nota a pag. 250).
[6] . Die Energie der Arbeit and die Anwendung des elektrischen Stromes, Fr. Kohlrausch Lipsia, 1900. Duncker e Humblot.
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