|
|
Il mio carattere si inacidisce . Io dico addio al mondo nella forma di una romanza :
- CANZONE DALLA PIU' ALTA TORRE
Lascia che venga , che venga
Il tempo di cui ci s'innamora .
Ho talmente pazientato
E giammai dimenticato .
Timori e sofferenze
Nei cieli son svaniti .
Ed un soffio malsano
Oscura le mie vene .
Lascia che venga , che venga
Il tempo di cui ci s'innamora .
|
|
- Come la prateria
E' la livrea dell'oblio ,
Cresce , e fiorisce
D'incensi e zizzanie ,
Sotto il ronzio selvaggio
Di sudice mosche .
Lascia che venga , che venga
Il tempo di cui ci s'innamora.
Ho amato il deserto , i frutteti bruciati , le botteghe sbiadite , le bevande tiepide . Io mi trascino nei vicoli puzzolenti e , con gli occhi chiusi , mi offro al sole , dio di fuoco .
" Generale , ancora rimane un vecchio cannone sui bastioni in rovina , ci bombardano con blocchi di terra secca . Nei gelidi splendori dei magazini ! nei fastosi saloni ! Fà mangiare alla città la sua stessa polvere . Arruginisci le tubature degli scarichi . Ricopri i salotti con una cipria di rubino rovente . . . "
Oh ! il moscerino intossicato dal pisciatoio dell'albergo , innamorato della borragine , dissolve un raggio di luce .
|
|
|
|