LA DONNA E IL SOCIALISMO

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August Bebel . 1883 . ediz.1905
arteideologia raccolta supplementi
made n.16 Ottobre 2018
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
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LA DONNA NEL PRESENTE . 6 . 3

LA CONDIZIONE DELLA DONNA NELLE INDUSTRIE . LE SUE CAPACITÀ INTELLETTUALI . IL DARWINISMO E LE CONDIZIONI DELLA SOCIETÀ . 3

Quantunque l’accennato sviluppo nella posizione della donna sia palese a tutti coloro che tengono gli occhi aperti, si sente parlare ogni giorno della vocazione naturale della donna che la circoscrive nel campo della casa e della famiglia. Questi discorsi si tengono a preferenza, là dove la donna cerca di penetrare nella cerchia delle carriere più elevate, per esempio nell'istruzione e nell'amministrazione superiore, nella facoltà edita e giuridica, in quella delle scienze naturali, ecc.. Si fanno le obiezioni più ridicole e si sostengono con la parvenza della dottrina. Uomini sapienti si riferiscono qui, come in molte altre circostanze, alla scienza per sostenere i controsensi più assurdi. L'argomento principale è che la donna e inferiore all'uomo nelle facoltà intellettuali e non potrebbe in questo campo fare nulla di notevole.
Queste obiezioni corrispondono talmente ai pregiudizi della maggioranza sulla carriera e sulle capacità della donna che, chi le solleva, può contare sull’approvazione dei più.
Ma finché l’educazione e le vedute rimarranno così poco elevate come oggi, le nuove idee troveranno accanita opposizione, specialmente se sarà nell’interesse delle classi dirigenti di limitare l’istruzione e lo sviluppo dell'intelligenza alla loro sfera. Le nuove idee otterranno quindi da principio solo una piccola minoranza, che per solito viene schernita, vilipesa ed anche perseguitata. Ma se esse sono buone e razionali, se sono necessaria conseguenza delle circostanze attuali, guadagneranno terreno e la minoranza diverrà maggioranza.
Non erano anche i fautori del cristianesimo una piccola minoranza? Non ebbero i riformatori della nuova borghesia avversari potenti? Ciò nondimeno hanno vinto. Fu soffocato il socialismo in Germania, perché per dodici anni con leggi venne represso? Mai la vittoria fu più certa di quando si credeva di averlo ucciso. 

[ la posizione della donna in Europa e la rivoluzione domestica] 

Dire che la missione naturale della donna è di essere massaia e madre di famiglia è cosa stolta come il dire che vi dovranno essere sempre dei re perché da quando esiste storia sempre ve ne furono. Noi non sappiamo dove ebbe origine il primo re, come ignoriamo dove sorse il primo capitalista, ma sappiamo e vediamo che nel corso dei secoli il potere dei regni si è essenzialmente cambiato e la tendenza dell’evoluzione porta a spogliare i re sempre più dei loro poteri, finché  verrà un tempo, e non lontano, nel quale saranno del tutto superflui. Come i regni, così ogni istituzione di Stato e sociale è stata soggetta a continui cambiamenti e trasformazioni e infine alla totale scomparsa. Dalle citazioni storiche di questo lavoro vediamo che la forma del matrimonio la posizione della donna non furono mai eterne. Se 2350 anni fa Demostene poteva dichiarare che la missione della donna era di partorite figli legittimi e custodire fedelmente la casa, chi potrebbe oggi sostenere che questa posizione sia secondo natura senza rimproverarsi di tenere in poco conto la donna?
Vi sono ancora oggi taluni che approvano in silenzio la costituzione dell’antica Atene, ma nessuno osa pronunziare ad alta voce ciò che migliaia di anni fa uno degli uomini più eminenti della Grecia aveva dichiarato apertamente in pubblico come cosa naturale.
In questo sta il progresso.

Se l’evoluzione moderna ha rovinato milioni di matrimoni, dell'altro lato ha avuto un'influenza favorevole sui medesimi. Alcune diecine d'anni fa in ogni casa di borghesi e di contadini era cosa naturale che la donna cucinasse, facesse la calza e il buca, per quanto adesso ciò sia andato in disuso; essa cuoceva anche il pane, filava, tesseva, imbiancava la tela, faceva la birra, cuoceva il sapone, fabbricava le candele. Lasciar cucire un vestito fuori di casa era considerata una prodigalità senza limiti. Le condutture d'acqua, l'illuminazione a gaz, i fornelli a gaz e a petrolio, per non parlare dell'elettricità, insieme con tanti altri sistemi introdotti nelle case e nelle cucine, erano in allora sconosciuti. Certo anche oggi in qualche luogo esistono condizioni di un tempo, ma in via eccezionale. La maggior parte delle donne si astiene più di quanto sia necessario da simili faccende, che vengono disimpegnate meglio e più praticamente dall’industria, non che più a buon mercato, almeno nelle città dove manca qualunque ordinamento domestico. Così in pochi decenni si è compìta nell’interno delle nostre famiglie una rivoluzione della quale poco ci preoccupiamo ritenendola naturale. L'uomo non si cura di quei cambiamenti che, per così dire, avvengono sotto i suoi occhi, se non accadono improvvisi a disturbare l’andamento consueto, ma si oppone bensì alle innovazioni che minacciano di sviarlo dalla vecchia strada.
Questa rivoluzione avvenuta nella nostra vita domestica e che va sempre più progredendo, sta cambiando la condizione della donna anche sotto altri aspetti: essa ha acquistato libertà, indipendenza. Le nostre donne, mogli di onesti mestieranti, non avrebbero mai pensato di allontanare da casa operai e garzoni per frequentare teatri, concerti e luoghi di piacere, specialmente in giorno di lavoro. E quale di queste buone vecchie avrebbe mai osato occuparsi di affari pubblici come avviene oggi  di molte donne?
Si fondano società per gli scopi più svariati, si fondano e sostengono giornali, si convocano congressi; le donne come operaie si uniscono in corporazioni, intervengono nelle associazioni degli uomini e possiedono qua e là (parliamo della Germania) il diritto di scegliere il collegio arbitrale per gli operai, diritto che nell’anno di grazia 1890 il parlamento germanico con voto di maggioranza tolse loro.
Quale codino vorrebbe eliminare i cambiamenti descritti, per quanto non si possa contestare che accanto alla luce vi siano anche le tenebre originate dalle nostre condizioni agitate e corrotte? Ma la luce ha il sopravvento. Le donne stesse, per quanto finora in complesso conservatrici, non hanno alcun desiderio di far ritorno alle condizioni antiche, misere, patriarcali. 

[ negli Stati Uniti ] 

Negli Stati Uniti la società riposa su fondamenta borghesi, ma non ha da lottare, né con i vecchi pregiudizi europei, né con istituzioni sopravvissute, e quindi è più disposta ad accogliere nuove idee ed istituzioni, quando queste si presentino vantaggiose.
Da lungo tempo vediamo che la posizione della donna è là diversa di quanto sia da noi. Per esempio, nelle classi più elevate già da un pezzo si è riconosciuto che, non solo è faticoso e sconveniente, ma anche svantaggioso per l’economia domestica, che la donna continui a fare il pane e la birra in casa; si ritiene anche superfluo che si occupi di cucina. Una società ha fondato una cucina pubblica, provveduta di tutte le macchine e di tutti i mezzi necessari possibili, la quale ha sostituito le cucine private. Le donne appartenenti a questa società si alternano nel servizio e provvedono i cibi più a buon mercato e meglio cucinati. Essi sono anche più svariati e la loro preparazione richiede molto minor fatica.
I nostri ufficiali, che non godono certo fama di socialisti e di comunisti, fanno similmente: essi fondano nei loro casini una mensa, nominano un amministratore che si occupa delle provviste dei viveri all'ingrosso, la lista dei cibi viene concordata e l’allestimento di essi compiuto nella cucina a vapore della caserma. Essi mangiano più a buon mercato che non negli alberghi ed hanno per lo meno un cibo altrettanto buono. Come è noto, anche moltissime ricche famiglie vivono tutto l’anno, o parte di esso, in pensioni e in alberghi senza sentire privazione della cucina domestica, ma anzi ritenendo grande comodità di essere liberate dalle noie della cucina privata.
La ripugnanza che hanno specialmente Ie donne agiate e ricche ad occuparsi di cucina indica ancora che questa occupazione non è fatta per esse; anzi il fatto che le famiglie distinte e principesche, come gli alberghi di prim'ordine, tengono al loro servizio cuochi, indicherebbe che tali attribuzioni spettino piuttosto agli uomini (con buona permissione di coloro che non possono rappresentarsi la donna se non con il mestolo in mano).
Oltre alle cucine e alle lavanderie pubbliche con essiccatoi, che si trovano in tutte Ie grandi città istituite da ricchi privati, o da speculatori, e che funzionano eccellentemente, abbiamo forni di riscaldamento, condutture d'acqua calda e fredda, che risparmiamo una serie di occupazioni noiose e che fanno perdere il tempo. 

[ centralizzazioni ] 

I grandi alberghi, molte case private, gli ospedali, Ie scuole, Ie caserme, gli edifici pubblici di ogni specie possiedono questi e simili sistemi, luce elettrica, bagni, ecc. II male si è che solo gli uffici pubblici e Ie classi agiate possono godere di questi vantaggi che rendono tutto facile, fanno risparmiare un'enorme quantità di tempo, di fatica, di forze lavoratrici e di materiale, e aumentano in modo considerevole l’economia e il benessere.
Nell'estate del 1890 i giornali riportavano una descrizione dei progressi fatti negli Stati Uniti circa al riscaldamento centrale e alla ventilazione. Tra Ie altre cose si diceva : « I tentativi fatti di recente, specialmente nelI'America settentrionale, di riscaldare interi appartamenti e rioni da un solo punto centrale, sono stati coronati da buon successo e, riguardo alle costruzioni, sono stati condotti con tanta accuratezza e convenienza che, in vista della favorevole esperienza e dei vantaggi economici presentati, possiamo attenderci una più larga diffusione. Recentemente si è tentato ancora di provvedere da un punto centrale non solo al riscaldamento, ma alla ventilazione, mediante aria calda o fresca, di quartieri non troppo vasti. »
II progetto è stato perfezionato e messo in opera. Ma il borghese gretto e limitato alza Ie spalle davanti a questi e ad altri progressi, per quanto anche noi in Germania possiamo riconoscere in questa rivoluzione tecnica, che ne fa apparire superflue Ie cucine private ed altri sistemi finora usati nelle case, che cosa sia diventato il lavoro marinale accanto a quello delle macchine e della tecnica moderna. Al principio del secolo XIX anche Napoleone poté chiamare pazza l’idea di mettere in moto un bastimento col vapore; l'idea di costruire una strada ferrata fu dichiarata da persone intelligenti una sciocchezza; nessuno avrebbe potuto aver salva la vita con un simile mezzo di trasporto poiché la rapidità della corsa avrebbe tolto il respiro ai viaggiatori. nell' istessa guisa vengono oggi apprezzate simili idee.
Chi avesse fatto cento anni fa la proposta alle nostre donne di sostituire la noia di attingere l'acqua con una conduttura, si sarebbe vista rigettare la proposta col pretesto che si sarebbero abituate Ie persone di servizio a non far nulla.
Ma la grande rivoluzione tecnica è una marcia su tutti i campi; nulla vale più a trattenerla e la società borghese ha il compito, giacché essa chiamò in vita questa rivoluzione, di spingerla al punto estremo e di mettere in luce tutti i germi di trasformazione, di sviluppare una società basata su nuove fondamenta, in modo che ne risulti un bene comune per tutti.
L'evoluzione della nostra vita sociale non intende confinare di nuovo la donna tra Ie pareti domestiche, come vorrebbero i fanatici della donna casalinga, che essi sospirano come gli ebrei sospiravano le perdute marmitte. Favorisce invece la sua uscita dallo stretto circolo domestico e la sua partecipazione alla vita pubblica, nella quale non si conteranno più solo gli uomini, e alla vita intellettuale.
Laveleye scrive a ragione: « Man mano che aumenta ciò che noi chiamiamo civiltà, s'indeboliscono i sentimenti di pietà ed i legami di famiglia esercitano minore influenza sulle azioni umane. Questo fatto è tanto generalizzato da potere considerare ciò come una legge sociale dell’evoluzione.»
Non solo la posizione della donna è diventata un'altra completamente, ma con essa anche quella dei figli e delle figlie di famiglia, che hanno a poco a poco acquistato una indipendenza da prima ignorata, specialmente negli Stati Uniti, dove l’educazione alla libertà e all'indipendenza dei singoli individui ha raggiunto un grado da noi sconosciuto.

I punti neri, che possiede ancora questa forma di evoluzione, non sono ad essa collegati per necessità, ma dipendono dalle condizioni sociali dei nostri tempi. La società civile non presenta un nuovo fenomeno che non abbia il suo lato oscuro; essa ha in tutti i suoi progressi, come con oculatezza d'ingegno ebbe a dire Fourier, doppia faccia e doppio taglio.
II dott. Schäffle, come Laveleye, riconosce che il cambiamento di carattere della famiglia dei nostri tempi è un effetto dell’evoluzione. Egli dice [1]: « La storia dimostra la tendenza della famiglia di rinunziare alle sue funzioni esercitate provvisoriamente in luogo di altre; essa cede là dove aveva sostituito altre funzioni sociali a favore di istituzioni indipendenti per il diritto, l’ordine, il potere, il servizio divino, l’istruzione, la tecnica, ecc. non appena tali istituzioni si formano. Le donne si spingono sempre più innanzi, sebbene da prima in minoranza e, fra esse, solo una parte con vedute ben chiare. Esse vogliono non solo acquistare una posizione libera e indipendente nella famiglia, ma vogliono anche consacrare le loro facoltà intellettuali a problemi sociali più elevati e alla vita pubblica.
Si vuol dire che essa non possa essere capace di ciò perché la natura non le fornì le attitudini necessarie.
Non ostante che la questione delle capacità femminili tocchi nella società nostra solo un piccolo numero di donne, essa è pertanto di capitale importanza.
La grande maggioranza degli uomini crede in coscienza che la donna debba rimanere loro anche intellettualmente sottoposta e non possa aspirare a parità di diritti, e sono quindi avversari accaniti delle sue aspirazioni.
Ma gli stessi uomini, che non si oppongono a ciò che la donna impieghi la sua attività in occupazioni, molte delle quali sono spesso estremamente faticose e pericolose, pregiudicano la sua femminilità, e per le quali deve venire meno ai suoi doveri di madre, la vorrebbero poi escludere da carriere nelle quali esistono assai meno pericoli e impedimenti e che sarebbero assai più adatte alla delicatezza del suo organismo.
Ai dotti che in Germania negano alle donne l’accesso agli studi superiori, o lo ammettono solo condizionatamente, e che si sono pubblicamente pronunziati in proposito, appartengono per esempio Bischoff, Hirt, Sybel, vou Bärenbach, Reich e molti altri. L'agitazione diventata violenta in Germania per I'ammissione delle donne allo studio nelle università, ha determinato una forte opposizione a questo disegno diretto in special modo alla loro ammissione allo studio della medicina. Fra gli oppositori stanno Pochammer, Fehling, Binder, Hegar, ecc.; von Bärenbach crode di poter negare l’attitudine delle donne alle scienze, affermando che fra esse non vi fu mai un genio e che sono evidentemente inette agli studi filosofici. Il mondo ha abbastanza filosofi maschi e può rinunziare senza pregiudizio alle filosofesse. Ma quanto all’affermare che fra Ie donne non vi è ancora stato un genio è cosa acre e non provata. I geni non piovono dal cielo, devono avere l’occasione di formarsi e svilupparsi, e ciò è mancato finora alla donna; essa è stata per migliaia d’anni oppressa e Ie è stata tolta, o resa difficile, ogni occasione e possibilità di educare Ie sue qualità intellettuali. Dire die le donne non possiedono disposizioni per diventare geni, perché si crede con ciò di poter negare ad un numero grande di donne ragguardevoli qualsiasi genio, è cosa tanto erronea come asserire che fra gli uomini non siano stati possibili altri geni all’infuori di quelli che furono considerati tali. Ogni maestro di villaggio sa quante capacità non riescano ad essere sviluppate fra i suoi allievi per mancanza di mezzi di educarle. Ognuno di noi ha conosciuto certo uomini di cui avrebbe potuto dire che, se si fossero trovati in condizioni favorevoli per sviluppare Ie loro attitudini, sarebbero potuti diventare geni.

II numero degli uomini di talento e di genio è assai più grande di quanto ci sia noto. Lo stesso può dirsi delle attitudini delle donne che da migliaia d'anni sono state assai più degli uomini intellettualmente oppresse, ostacolate e soffocate. Non abbiamo nessuna misura per poter giudicare esattamente quale copia di forze e capacità intellettuali si svilupperebbe negli uomini e nelle donne, tosto che si trovassero in condizioni più conformi a natura.
Accade oggi nell’umanità quanto accade nel regno vegetale. Milioni di semi preziosi non riescono a svilupparsi perché il terreno sul quale cadono non è favorevole, o è già occupato, e così vengono tolte alle giovani pianticelle luce, aria e nutrimento. Le stesse leggi di natura governano l’uomo. Se un giardiniere, o un agricoltore, volesse asserire a priori di una pianta che questa non può attecchire, per quanto non ne avesse fatto l’esperimento, sarebbe trattato dai suoi vicini più colti per uno stupido. Lo stesso accadrebbe se egli si rifiutasse d'incrociare una femmina dei suoi animali domestici con un maschio di razza più perfetta per ottenere un miglioramento nella razza.
Ma oggi non esiste contadino così ignorante da non riconoscere i vantaggi di un sistema razionale nella coltivazione delle sue piante e dei suoi animali; altra cosa è la questione se i mezzi gli permettano poi d'introdurre il metodo migliore; solo nell'umanità anche gli uomini dotti  vorrebbero che non avesse valore ciò che viene pure da essi riguardato come legge indistruttibile per il resto dei regni della natura. E pure tutti possono, senza essere naturalisti, fare per conto proprio osservazioni istruttive. Da che proviene che i figli dei contadini differiscono da quelli nati nella città? Perché i figli delle classi più elevate differiscono in generale dai figli dei poveri nello sviluppo fisico come in certe qualità intellettuali? La causa sta nella diversità delle condizioni di vita e di educazione.
L’uniformità che dipende dal dedicarsi a una data carriera imprime all'uomo caratteri speciali. Molte volte si distingue facilmente un parroco o un maestro di scuola dal portamento e dall’espressione del viso; cosi un militare, anche se è vestito da borghese. Un calzolaio differisce da un sarto, un falegname da un fabbro. Due gemelli, molto simili nei primi anni, mostreranno in seguito notevoli differenze se la loro carriera sarà molto diversa, se uno eserciterà un duro mestiere manuale, come per esempio il fabbro, e l’altro si dedicherà allo studio della filosofia. L'eredità da un lato e l’adattamento dal’altro hanno nello sviluppo umano, come in quello degli animali, una parte importante, è per verità l’essere più adattabile e pieghevole. Spesso bastano pochi anni di una vita, o di una carriera diversa, per fare di un uomo un essere affatto differente.
I cambiamenti esterni non si dimostrano mai tanto evidenti come allorché un individuo da condizioni misere e basse è sollevato ad altre migliori. Egli rinnegherà forse il suo passato meno nella cultura intellettuale, e ciò dipende dal fatto che la maggior parte degli uomini da una certa età in su, non prova aspirazioni verso un'educazione intellettuale migliore e spesso non ne ha nemmeno bisogno. La gente rifatta raramente risente questa mancanza. Oggidì che si mira al danaro e agl’interessi materiali, ci si inchina più  volentieri davanti allo scienziato e all’uomo d’ingegno, specialmente se questi hanno la disgrazia di essere poveri e di non possedere nobiltà e titoli. L'adorazione del vitello d'oro non fu mai superiore a quanto lo è oggi; e pure viviamo nel migliore dei mondi!

Nei distretti industriali troviamo gli esempi più evidenti dell’azione che possono esercitare Ie condizioni assolutamente opposte di vita e di educazione. L'operaio e l’industriale mostrano esteriormente tale contrasto come se appartenessero a due razze umane del tutto differenti. Questo contrasto ci si mostrò palese in occasione di un'assemblea che ebbe luogo nell’inverno del 1877, in una città ove si esercita l’industria dei minerali. L'adunanza in cui doveva aver luogo una disputa con un professore liberale era regolata in modo che entrambi i partiti fossero ugualmente rappresentati. La parte anteriore della sala era occupata dagli avversari, figure, quasi senza eccezione, sane, vigorose, alte; nella parte posteriore della sala e nelIe gallerie stavano gli operai ed i piccoli borghesi, per nove decimi tessitori, nella maggior parte piccoli, mingherlini pallidi, sul viso dei quali si leggeva il dolore e la miseria.
Gli uni rappresentavano la virtù satolla e la morale che può pagare del mondo borghese, gli altri Ie api industriose e Ie bestie da soma, del cui lavoro i signori tanto si avvantaggiavano. Si ponga una generazione in uguali favorevoli condizioni di vita e l'antitesi scomparirà nella maggioranza e disparirà nei discendenti.

Segue nel prossimo Almanacco ancora con il paragrafo “La condizione della donna nelle industrie. Le sue capacità intellettuali. Il darwinismo e le condizioni della società”

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[1] . Baw und Leben des sozialen Körpers, vol. I, Tubinga, 1878.