LA DONNA E IL SOCIALISMO |
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August Bebel . 1883 . ediz.1905
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LA PROSTITUZIONE COME ISTITUZIONE SOCIALE NECESSARIA NELLA BORGHESIA . 1 Il matrimonio rappresenta uno degli aspetti della vita sessuale della società borghese, la prostituzione ne integra un altro. Il matrimonio è la medaglia, la prostituzione ne è il rovescio. Se l’uomo non trova nel matrimonio il desiderio soddisfacente, lo cerca nella prostituzione, come fanno tutti coloro che, per qualunque motivo, debbono rinunziare alla vita coniugale. Per gli uomini liberamente o forzatamente celibi, come per quelli cui il matrimonio non corrisponde all'aspettativa, le condizioni sono dunque molto più favorevoli di quanto non siano per le donne. Gli uomini hanno sempre considerata la prostituzione come un privilegio che spetta loro per «diritto». E sono questi stessi uomini che più severamente giudicano la donna la quale, non essendo una prostituta, commette «un fallo». L'uomo non ignora che la donna ha gli stessi suoi istinti, anzi che questi in certi periodi della vita si fanno sentire più intensi che mai. Forte della sua posizione di padrone, la costringe a soffocare i più violenti stimoli e fa dipendere dalla sua castità la sua reputazione sociale e la possibilità di maritarsi. In nessun modo più violento, ma anche più evidente, potrebbe essere provata la dipendenza della donna dall'uomo, come da questo concetto e dal giudizio assolutamente diverso che si fa di entrambi riguardo al soddisfacimento del medesimo istinto. L'uomo è particolarmente favorito dalla natura, che ha assegnato alla donna le conseguenze dell'atto generativo, mentre egli, all’infuori del godimento, non ha né fatiche né responsabilità. Questa condizione vantaggiosa di fronte alla donna ha cagionato quella sfrenatezza nelle esigenze sessuali per la quale si distingue una gran parte degli uomini. E poiché esistono molte cause che impediscono la legittima soddisfazione dell'istinto sessuale o lo lasciano raggiungere solo insufficientemente, ne consegue che si cerca di soddisfarlo per vie non naturali. La prostituzione diventa quindi un’istituzione sociale necessaria per la borghesia come la polizia, l’esercito permanente, la chiesa, gli intraprenditori. Ciò non è esagerato e lo proveremo, Abbiamo esposto quale concetto si avesse in tempi antichi della prostituzione e come fosse ritenuta necessaria, anzi organizzata dallo Stato, e in Grecia e a Roma, ed è stato anche esposto quali vedute prevalessero in proposito nel medio evo cristiano. Anche S. Agostino, che, dopo S. Paolo, dev'essere ritenuto la colonna più salda del cristianesimo e predicò con zelo l'ascetismo, non potè fare a meno di esclamare: «Sopprimete le donne pubbliche e la forza delle passioni sconvolgerà il mondo intero ». Il concilio provinciale di Milano nel 1665 si espresse nell'istesso senso. Ascoltiamo adesso quello che dicono i moderni. [la prostituzione e i moderni] Hügel dice nella sua Gcschichte, Statistic und Regelung der Prostitution in Wien: «Il progresso della civiltà conferirà a poco a poco alla prostituzione forme attraenti, ma solo con la fine del mondo scomparirà dalla superficie terrestre». In questo vi è molta verità, ma solo potrà convenire con l’Hügel che non si diparte dal concetto della forma borghese della società e non riconosce che questa dovrà trasformarsi per arrivare a condizioni più sane e naturali. [ proprietari di case e medici di polizia ] Un medico di polizia di Lipsia, il dottor Kühn, dice nel suo libro Die Prostitution um 19 Jahrhundert vom sanitatspolizeilichen Standpunkt - «La prostituzione non è solo un male da tollerare, ma necessario, poiché protegge la donna dall’infedeltà (che solo gli uomini hanno diritto di commettere - A.Bebel) e la virtù (naturalmente femminile, perché gli uomini non ne hanno bisogno - A.B.) dalle insidie (sic) e quindi dalle cadute».Queste parole caratterizzano senza velo il crasso egoismo dell’uomo. Kühn parte dal punto di vista di un medico di polizia, il quale s'impone il compito di sorvegliare la prostituzione per salvare l’uomo da spiacevoli malattie. Nell'istesso senso si esprime il suo successore Eckstein nel 12° anniversario della fondazione della società fra i proprietari di case e di fondi urbani avvenuta a Magdeburgo nell’estate del 1890. Gli onesti proprietari di case volevano sapere come dovessero tenere a freno le prostitute che spesso andavano ad abitare nei loro stabili e proteggersi dalle punizioni in cui incorrevano dando loro asilo. Eckstein disse ancora che la prostituzione era un «male necessario» sempre esistito presso tutti i popoli di tutte le religioni. Anche il dottor Fock in un articolo nel Deutschen Vierteljahrsschift für öffentliche Gesundheispflege, vol. XX, fasc.I sotto il titolo La prostituzione nei suoi rapporti etici e sanitari, considera la prostituzione un “necessario concomitante delle nostre istituzioni civili”. Egli teme una sovrabbondanza di maschi, se, per poter soddisfare i bisogni sessuali tutti gli uomini dovessero sposarsi, e ritiene quindi importante che la prostituzione sia “regolata” dallo Stato. Egli trova naturale che lo stato regoli e sorvegli la prostituzione e si assuma la cura di fornire agli uomini donne immuni da sifilide. Si dichiara favorevole alla più severa sorveglianza «di tutte le donne che si abbandonino a vita licenziosa». Anche se queste appartenessero alle classi elevate? E’ la vecchia storia. Fock chiede inoltre sia imposta una tassa alle prostitute e sia necessario il concentramento di esse in strade assegnate. In altre parole lo Stato cristiano vuol procurarsi una nuova fonte di entrata con la prostituzione, mentre per il bene degli uomini s’impegna di organizzarla e proteggerla. Che cosa disse l’imperatore Vespasiano in simile circostanza? Non olet! Da un simile punto di vista si parte il dott. Enrico Severus che in un opuscoletto «Prostitution und Staatsgewalt» [3] si dichiara ugualmente favorevole al riconoscimento locale della prostituzione. Egli vede pure in essa un'istituzione molto utile, essendo concomitante al matrimonio, senza cui si nuocerebbe alla libertà di questo. La prostituzione costituisce secondo lui una specie di valvola di sicurezza per la società civile. Egli afferma: «Una gran parte della miseria che crea al giorno d’oggi tante pericolose situazioni sociali è da attribuirsi al fatto che vengono conclusi tanti matrimoni senza prima chiedersi come si potranno procurare i mezzi necessari di sussistenza. Lo Stato ha l’interesse che non abbiano luogo quei matrimoni in cui i genitori non possono sufficientemente provvedere ai figli che ne nasceranno, e che, essendo figli legittimi, non potrebbero essere collocati fra i trovatelli e quindi minaccerebbero la sicurezza dello Stato. La prostituzione impedisce che per secondare gli stimoli naturali possano venire contratti matrimoni i quali, mentre aumentano la popolazione, introducono elementi che, per l’educazione trascurata, per mancanza di mezzi e per avere avuto una gioventù priva di gioie, diventano, nemici della società». Con la prostituzione regolata dallo Stato si otterrebbe un mezzo salutare e produttivo contro la democrazia sociale; concetto che per lo meno non manca di originalità. Non è dunque ben detto che la prostituzione è un'istituzione necessaria al mondo borghese come la polizia, l'esercito permanente, la chiesa e gli intraprenditori? Nell'Impero Tedesco la prostituzione, non è come in Francia, organizzata dallo Stato, ma soltanto tollerata; i postriboli sono proibiti dalla legge ed i mezzani severamente puniti. Ciò non impedisce che in molte città, fra cui Königsberg, Stettin, Kiel, Lübeck, Hamburg, Altona, Bremen, Köln sul Reno, Strasburgo, Magdeburg, Brunswick, Carlsruhe, Stuttgart, Müncen, ecc. ecc. esistano come un tempo i postriboli tollerati dalla polizia. Condizione quasi inconcepibile, la cui contraddizione con la legge è ben nota ai capi dello Stato. Mentre il codice penale tedesco punisce chi accorda asilo ad una prostituta, dall'altro lato la polizia si vede costretta a tollerare migliaia di queste donne e ad aiutarle nel loro mestiere allorché si iscrivono nei registri della polizia e si sottomettono alle regole prescritte, per esempio alla visita medica periodica. Se lo Stato ammette dunque le prostitute e le protegge nell'esercizio del loro mestiere, dovranno avere anche un’abitazione; ciò rientra nell'interesse della salute e dell'ordine pubblico. Quale contraddizione! Da un lato dunque lo Stato riconosce ufficialmente che la prostituzione è necessaria; dall'altro perseguita e punisce prostitute e mezzani. Questo contegno conferma che la prostituzione è per la società attuale una sfinge di cui non si riesce a sciogliere l’enigma. La religione e la morale condannano la prostituzione; la legge punisce chi la favorisce e contemporaneamente lo Stato la tollera e la protegge. In altre parole, la società odierna che si vanta della sua moralità, della sua religione e della sua civiltà, deve tollerare che la scostumatezza e la corruzione s'infiltrino nel suo corpo come un lento veleno. Ma ci rimane ancora a fare qualche altra considerazione. Lo Stato cristiano dichiara che il matrimonio è insufficiente a soddisfare gli istinti sessuali e che l’uomo ha diritto di pretendere soddisfazione completa. La donna ha valore nello Stato solo in quanto si concede alle illegittime voglie dell'uomo, cioè a dire si prostituisce. La vigilanza e il controllo dello Stato sulla prostituzione non colpiscono anche l’uomo (ciò che sarebbe ragionevole, se la visita medica potesse avere qualche significato e successo) fatta astrazione poi dal fatto che giustizia esigerebbe uguale applicazione per entrambi i sessi. Questa protezione dell'uomo contro la donna mette in chiaro la vera natura dei rapporti tra i due sessi. |
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Sembrerebbe che l’uomo rappresentasse il sesso debole e la donna il forte, questa fosse la seduttrice e quegli il debole, il sedotto. Il mito della seduzione fra Adamo ed Eva nel Paradiso terrestre continua ad influire sulle nostre vedute e sulle nostre leggi e dà ragione al cristianesimo. «La donna è la grande seduttrice, il vaso del peccato».
L'uomo dovrebbe vergognarsi della parte triste e indecorosa che rappresenta. Ma egli si compiace in questa parte di debole e di «sedotto», poiché quanto più è protetto, tanto maggiormente può peccare. [ masse e sesso ] Dove gli uomini si raccolgono in massa sembra non possano fare a meno delle prostitute. [ le dame della regina ] I bordelli non diminuiscono le malattie veneree, ma le favoriscono, poiché rendono gli uomini più scapati ed incauti. Il nome irrisoriamente conferito in Inghilterra alle prostitute iscritte di dame della regina, poiché erano state privilegiate con un decreto emanato da questa, da un'idea del concetto che la protezione dei bordelli può ispirare. In Inghilterra osserviamo quanto il medico della polizia non giovi a nulla. Prima che venisse la legge, nell'anno 1867 il numero dei casi di sifilide nei luoghi di guarnigione delle truppe di mare e di terra era del 91‰. Nel 1886, cioè diciannove anni dopo stabilita la legge, ascese al 110‰, ma nel 1892, sei anni dopo l'abolizione della legge era discesa al 79‰. Nella popolazione borghese dal 1879 al 1882, cioè mentre la legge era in vigore, i casi di sifilide ascendevano al 10‰; dal 1885 al 1889, cioè dopo che questa fu abolita, all'8,1‰. |
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[1] - SCHMÖLDER, Die Bestrafung und polizeiliche Bechanlung der gewermässigen Unzucht di Diisseldorf, 1892.
[2] - Berlin, 1858. [3] - Dresden 1899. [4] - Handbuch der Hygiene edito dal dott. Th. Weil, vol. X. Hygiene der Prostitution und venerischen Kraukheiten del dottor A. Blaschko, Berlino. Jena 1901, pag. 111. [5] - Secondo rapporto del presidio di polizia di stato berlinese dal 1881 al 1890. Si veda pag. 351-359. |
- Le parti precedenti a questa versione italiana del testo di Bebel del 1883 sono in nømade nn. 11,12,13 e 14. Viene riportata integralmente la traduzione della 36esima edizione tedesca aggiornata, autorizzata e prefatta dall’A., stampata a Palermo per l’editore Remo Sandron nel 1905. Il volume, di 632 pagine, proviene dalla biblioteca personale di una duchessa palermitana). – Le note sono dell’A.; il testo originale non presenta gli inserimenti tra parentesi quadre, da attribuire alla redazione.
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