LA DONNA E IL SOCIALISMO

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August Bebel . 1883 . ediz.1905
arteideologia raccolta supplementi
made n.13 marzo 2017
LA RIPRESA DELLE OSTILITÀ
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pagina
LA DONNA NEL PRESENTE . 3 . 2

LA DONNA COME ESSERE SESSUALE . 2

[ divorzio e concessioni dello Stato alla Chiesa ]

Altra concessione alla Chiesa è il fatto che nel codice civile (§ 1588) è detto: «I doveri della Chiesa riguardo al matrimonio non vengono toccati “da questo articolo sul matrimonio”.
Questa frase denota lo spirito che dominava in Germania al principio del secolo XX, ma a noi basta sapere che si è reso più difficile il divorzio per contrapporre un freno alla progressiva dissoluzione della famiglia.
Per tal modo degl'individui rimangono legati per la vita uno all’altro contro la propria volontà. Una parte diventa schiava dell’altra ed è costretta ad assoggettarsi per “dovere matrimoniale” alle più intime carezze dell’altra parte, che essa aborrisce forse più di qualunque rimprovero e maltrattamento.
A buon diritto dice il Mantegazza: «Non havvi tortura maggiore di quella che costringe una creatura a subire le carezze di  persona non amata.
[1]
Non è simile matrimonio peggiore della prostituzione? La prostituta ha fino ad un certo grado la libertà di sottrarsi al suo abbietto mestiere ed ha il dritto, quando non viva in postriboli, di rifiutare il prezzo dell’abbracciamento di persona che non le piaccia. Ma una moglie venduta deve accettare di buon grado le carezze del marito, quando anche avesse cento ragioni per odiarlo e disprezzarlo.
Se il matrimonio d'interesse o di convenienza fosse concluso con la completa cognizione d'ambo le parti, la cosa sarebbe diversa.
Si cercherebbe un accomodamento, un modus vivendi; si eviterebbe lo scandalo, specialmente per riguardo ai figli che potrebbero esservi, per quanto siano proprio questi che più risentano della freddezza coniugale dei genitori, sebbene non si manifesti con aperta avversione, con litigi o discordie. Ancor meglio ci si potrebbe accomodare per impedire danni materiali. Nel matrimonio in generale è l’uomo la cui condotta è la pietra dello scandalo, come dimostrarono i processi per divorzio.
Forte della sua posizione dominatrice, egli può compensarsi altrove se il matrimonio non è di suo garbo e se non trova in esso la debita soddisfazione. La donna può traviare molto meno facilmente: in primo luogo, per ragioni fisiologiche; poi, perché qualunque infrazione alla fede coniugale le è ascritta a colpa che nemmeno la società è disposta a condonare. La donna solo commette lo sbaglio, sia essa maritata, vedova o ragazza. L'uomo, facendo altrettanto, si dice che agisce scorrettamente. La stessa azione è dunque giudicata in modo affatto diverso, a seconda che è commessa da un uomo o da una donna, e le donne stesse sono in generale le più severe e spietate nel giudicare una consorella caduta.
[2]
Generalmente, la donna si decide soltanto in casi di grave infedeltà maritale o di maltrattamenti a chiedere la divisione, perché si trova per lo più in posizione dipendente, ed è costretta a considerare il matrimonio come un istituto di mantenimento, e anche perché una donna separata dal marito non occupa nella società una posizione invidiabile: essa è, per così dire, considerata e tollerata come essere neutro.
Se adunque la maggior parte delle domande di divorzio è presentata dalle donne, è questa una prova della tortura morale alla quale sottostanno.
In Francia, prima della nuova legge sul divorzio messa in vigore nel 1884, le donne offrivano il maggiore contributo alle domande di separazione di mensa e letto. Per divorziare non potevano avere altra giustificazione se non nel fatto che il marito, contro volontà della moglie, albergava l’amante sotto il tetto coniugale. Le domande di separazione di mensa e letto furono: (media annua)
dal 1856 al 1861 – promosse da donne 1729, da uomini 184
dal 1861 al 1866 - promosse da donne 2135, da uomini 260
dal 1866 al 1871 - promosse da donne 2591, da uomini 330.
[3]
Non solo le donne presentano il maggior numero di domande, ma le cifre   dimostrano che queste crescono di giorno in giorno.
Anche in altri paesi, attenendoci a informazioni sicure, troviamo che le domande di divorzio sono nella maggioranza dei casi presentate dalle donne. Nel regno di Sassonia, dal 1860 al 1868, furono presentate in totale 8402 domande di divorzio, di cui 3537 = 42% di uomini, 4865.58% di donne. E dal 1871 al 1878 furono presentate in Sassonia le seguenti domande di divorzio:

1871. 475 di uomini, 574 di donne
1872. 576 di uomini, 698 di donne
1873. 553 di uomini, 673 di donne
1874. 643 di uomini, 697 di donne
1875. 717 di uomini, 752 di donne
1876. 722 di uomini, 839 di donne
1877. 746 di uomini, 951 di donne
1878. 754 di uomini, 994 di donne
Totale. 5186 uomini, 6158 donne [4]

Il fatto che il divorzio cagiona in generale il maggior danno alle donne, non impedisce che anche in Sassonia siano queste che presentano il numero più grande delle domande. La cifra complessiva di queste cresce in Sassonia, come in Francia, in proporzione molto più rapida della popolazione. In Isvizzera nel 1892 furono presentate in totale 1036 domande di divorzio. Di esse 493 di donne, 229 di uomini e 314 per mutuo consenso.
Ma la statistica non ci apprende soltanto che le donne sono quelle che presentano il maggior numero di domande di divorzio, ma che i divorzi aumentano rapidamente. In Francia, dopo la nuova legge, sono di anno in anno notevolmente aumentati. Per esempio, il numero dei divorzi fu:
nel 1884, 1657; nel 1885, 2477; 1886, 2950; nel1887, 3636; nel 1888, 4708; nel 1889, 4786; nel 1890, 5457.
Anche in Isvizzera i divorzi aumentano. Dal 1886 al 1890 vi fu una media di 882 divorzi all'anno; dal 1891 al 3895 di 898; nel 1897 di 1011; nel 1898 di 1018; nel 1899 di 1091.
A Vienna dal 1870 al 1871 si effettuarono 148 divorzi, che aumentarono poi di anno in anno, poiché dal 1878 al 1879 ve ne furono 319.
[5] Sebbene a Vienna, come città predominantemente cattolica, i divorzi siano difficili ad ottenersi, nondimeno un giudice viennese poté dire nel 1880: Le istanze per rottura di matrimonio sono così frequenti come le rotture dei vetri delle finestre. Su 100.000 matrimoni se ne sciolsero, in media annua, per divorzio o separazione:

in 1876-80 1881-85 1886-90
Austria - 19,4 19,7
Ungheria 31,6 30,4 30,5
Rumania 37,3 52,3 73,1
Italia 11,8 11,3 10,6
Francia 33,9 75,9 80,9
Inghilterra e Galles 6,5 7,4 7,0
Scozia 12,3 13,0 16,7
Irlanda 0,6 0.4 1,1
Belgio 25,5 31,9 43,0
Paesi Bassi 32,0 41,2 64,7
Norvegia 13,9 12,1 19,3
Svezia 28,5 28,6 31,6
Finlandia 16,1 7,8 10,0

Negli Stati Uniti il numero dei divorzi salì nel 1867 a 9937, nel 1886 a 25535. In totale il numero dei divorzi nello spazio dal 1867 al 1886 ammontò a 328716, di cui 216176 per causa del marito, 112540 per causa della moglie. Gli Stati Uniti offrono relativamente il maggior numero di divorzi. Le cause di questa maggiore frequenza, in confronto di altri paesi, debbono attribuirsi in primo luogo al fatto che i divorzi sono più facili, in secondo luogo che le donne occupano una posizione molto più indipendente che in qualunque altro paese e si lasciano quindi meno tiranneggiare dai loro signori mariti.
In Germania il numero dei divorzi risolti giudizialmente dal 1891 al 1900 fu il seguente: nel 1891, 6678; nel 1892, 6513; nel 1893, 6694; nel 1894, 7502; nel 1895, 8326; nel 1896, 8460; nel 1897, 8878; nel 1898, 9008; nel 1899, 9433; nel 1900, 7922.[6]
Vediamo che dal 1899 al 1900 il numero diminuisce di 1511 e ciò perché col primo gennaio 1900 entrò in vigore il codice civile coi suoi articoli che rendono più difficili i divorzi.
In Prussia e nel Waldeck su 100000 matrimoni si ebbe una media annua di divorzi: dal 1881-1885, 67,62; dal 1886-1890, 80,55; dal 1885-1895, 86,77. Nel 1896, 101,97.
L’aumento è considerevole.
Una causa importante di divorzi è la differenza di età dei coniugi, sia che il marito sia molto più vecchio della moglie, o viceversa.
Sarebbe stolto volere dalla grande differenza delle cifre fra i diversi paesi trarre conclusioni favorevoli o sfavorevoli sulle condizioni di moralità di ciascuno.
Nessuno vorrebbe affermare che il popolo svedese abbia quattro volte di più cause di divorzio dell’inglese. In primo luogo dobbiamo tener presente le leggi che in un paese rendono difficile il divorzio, e in altro lo rendono più o meno facile. Solo in secondo luogo sono da tenersi in considerazione le condizioni morali, le cause cioè che spingono il marito o la moglie a chiedere il divorzio. Ma le cifre aumentano: i divorzi crescono più rapidamente di quanto non faccia la popolazione, e crescono mentre per l’opposto i matrimoni si fanno più rari. Ma di ciò più avanti.
Riguardo alla questione «in quali proporzioni stiano le domande di divorzio nelle diverse classi sociali», abbiamo solo la statistica della Sassonia dell'anno 1851.[7]
Su 100000 matrimoni vi furono domande di divorzio da parte di:
camerieri, 289 - ovvero 1 istanza su 346 matrimoni
giornalieri, 324 - ovvero 1 istanza su 309 matrimoni
impiegati, 337 - ovvero 1 istanza su 298 matrimoni
mestieranti e commercianti, 354 – ovvero 1 istanza su 283 matrimoni
artisti e scienziati, 485 – ovvero 1 istanza su 206 matrimoni.
Le domande di divorzio furono allora in Sassonia del 50% più frequenti nelle classi sociali alte che nelle basse. Il numero crescente dei divorzi mostra come le condizioni coniugali diventino sempre più sfavorevoli ed aumentino i fattori dissolventi del matrimonio. Al tempo stesso comprovano che un numero sempre maggiore di donne si decide a scuotere il giogo divenuto insopportabile.
Ma gl’inconvenienti e la dissoluzione del matrimonio aumentano a misura che si fa più ardua la lotta per l’esistenza e il matrimonio diventa oggetto di traffico.
Le crescenti difficoltà di mantenere una famiglia inducono molti uomini a rinunziare al matrimonio, rendendo insensato il dire che la donna deve limitare la sua attività all’ambiente domestico e compiere la sua missione di padrona di casa e di madre. Al contrario, queste condizioni devono favorire le soddisfazioni degli istinti sessuali al di fuori del matrimonio, ed aumentare il numero delle prostitute e di coloro che si abbandonano a soddisfazioni contro natura.
Nelle classi possidenti non di rado, come nella Grecia antica, la moglie diventa una semplice macchina da figliuoli, una custode della casa, un'infermiera del marito rovinato dagli stravizi. Il marito tiene per suo piacimento e per i bisogni amorosi le etère, oggi dette mantenute, che abitano nei più bei quartieri della città. Altri, cui i mezzi non concedono tali lussi, si dedicano come prima del matrimonio, alle Frini, per le quali il loro cuore palpita più forte che non per le mogli; con esse si divertono, ed una parte delle nostre mogli è abbastanza corrotta per trovare naturale siffatto passatempo.[8]
Nelle classi alte e medie della società la principale sorgente degl’inconvenienti matrimoniali è adunque il matrimonio d'interesse o di convenienza, che viene ancora peggiorato dal sistema di vita di queste classi.
Anche la donna s'abbandona non di rado all’ozio o ad occupazioni corruttive. Il suo cibo intellettuale consiste spesso in letture di romanzi immorali, osceni, di rappresentazioni teatrali frivole, di musica voluttuosa, di stimolanti nervosi, di discorsi scandalosi di ogni specie. E l’ozio e la noia conducono ad avventure galanti, che l’uomo cerca ancor più di frequente della donna. Questa passa da un piacere all’altro, da un convito a un altro, e nell’estate corre in luoghi di bagni o di montagna per ritemprarsi dagli strapazzi dell’inverno e andare in cerca di nuovi divertimenti. La cronaca scandalosa trova pascolo in questo circolo ove si seduce e ci si lascia sedurre.

[ proletariato e famiglia ]

Per il salariato, il matrimonio d'interesse è quasi sconosciuto. In generale egli si ammoglia per amore, ma neppure questo matrimonio è scevro d'inconvenienti.
Numerosa prole è fonte di preoccupazioni e di fatiche e, ohimè, troppo spesso fa  capolino la miseria. Le malattie e le morti sono ospiti abituali delle famiglie operaie, e la mancanza di lavoro rende più terribile la miseria.
E spesso il lavoro scarseggia per l’operaio, o per alcun tempo manca affatto. Le crisi commerciali ed industriali, l’introduzione di nuove macchine o di nuovi   metodi di lavorazione lo privano del lavoro, se non lo gettano addirittura sul lastrico. Le guerre, i trattati doganali e commerciali, le imposte indirette, i nuovi regolamenti degl’intraprenditori, minano la sua esistenza o la danneggiano seriamente. Una o l’altra di queste cause lo costringe per breve o lungo tempo a soffrire la fame. L'incertezza dell’avvenire è il suo motto.
Questi rovesci di fortuna generano malumore e sconforto, che si manifestano primieramente nella vita domestica, dove ad ogni ora del giorno si presentano le esigenze dei bisogni più necessari che non possono essere soddisfatti. Di qui dispute e disaccordi, rovina del matrimonio e della famiglia per conseguenza.
Ovvero marito e moglie vanno al lavoro. I figli sono abbandonati a sé stessi o alle cure dei fratellini e delle sorelline maggiori, che avrebbero a loro volta tanto bisogno di sorveglianza e di educazione.
In fretta è trangugiato a mezzogiorno lo scarso desinare, ammesso che i genitori abbiano il tempo di correre alla loro dimora, cosa che spesso è impossibile per la distanza degli opifici e per la brevità dei riposi. Stanchi ed esausti, i genitori tornano a casa la sera. Invece di un'abitazione comoda, graziosa, ne trovano una angusta, malsana, talora priva di aria e di luce, quasi sempre mancante di ogni necessaria comodità. Il crescente bisogno di abitazioni e le turpitudini cui dà luogo la loro ristrettezza, è uno dei lati più oscuri del nostro ordinamento sociale, che conduce a numerosi mali a vizi, a delitti. E questa miseria di abitazioni, non ostante tutti i tentativi per migliorarla, si fa sempre più incalzante nelle città e nei distretti industriali, diffondendosi nei diversi strati sociali dei piccoli industriali, degli impiegati, degli insegnanti, dei commercianti, ecc.
La moglie dell’operaio, tornando a casa la sera stanca e sfinita, ha una quantità di cose da fare. Ha lavoro fin sopra i capelli per mettere in ordine solo il più necessario. I figli vengono messi a letto in fretta; la moglie siede, cuce, rattoppa fino a tarda notte. La ricreazione tanto necessaria le manca. Il marito è spesso ignorante; la moglie ne sa ancor meno di lui, e quel poco che hanno da dirsi è presto sbrigato. Il marito va all’osteria per  cercarvi quel sollievo che gli manca in casa. Beve, e per quanto spenda poco, è sempre troppo per i suoi mezzi. A volte ha il vizio del giuoco, che anche nelle alte sfere della società fa tante vittime, e perde più di quanto beva. Intanto la moglie resta a casa di cattivo umore: essa deve lavorare come una bestia da soma, non vi ha per lei riposo né ricreazione. Il marito usufruisce meglio che può della libertà che il caso gli ha accordata, avendolo fatto nascere uomo. Ecco sorgere il disaccordo. Se poi la moglie non è tanto scrupolosa nei suoi doveri, cerca la sera quando torna a casa stanca dal lavoro una giusta ricreazione; la casa va a rovescio e la miseria raddoppia. Con tutto ciò noi viviamo nei migliore dei mondi.
Anche il matrimonio del proletario diventa sempre più scabroso. I tempi più sfavorevoli per il guadagno esercitano la loro influenza dissolvente sulla vita domestica; perché costringono l’operaio al lavoro domenicale e in ore straordinarie e gli tolgono il tempo che gli resterebbe da dedicare alla famiglia. In moltissimi casi egli deve camminare ore intere per arrivare all'opificio; il riposo accordato per il pasto è insufficiente per arrivare a casa. Egli s'alza di buonissim'ora quando i figliuoli dormono ancora profondamente, e torna al focolare domestico la sera solo tardi, quando essi sono di nuovo immersi nel sonno. Migliaia di operai, specialmente quelli occupati nelle costruzioni delle grandi città, in causa della lontananza rimangono fuori di casa tutta l’intera settimana e tornano in famiglia solo alla fine di questa. In simili circostanze deve prosperare la vita di famiglia! Inoltre cresce sempre più il numero delle donne che si occupano specialmente nelle industrie tessili, che permettono d'impiegare nei telai a vapore e nelle macchine da fusi a prezzo vile donne e ragazzi. Qui s'invertono le condizioni. Moglie e figli vanno alle fabbriche e non di rado rimane disoccupato il marito a casa ad accudire alle faccende domestiche. Nell’America settentrionale, che, col suo rapido sviluppo capitalistico, dà origine in assai più vasto circolo a tutti i mali dell’industria europea, si dà un nome caratteristico a questo stato di cose. I distretti industriali in cui a preferenza sono occupate le donne, mentre gli uomini stanno a casa, sono chiamati she towns, città di donne.

[ lavoro salariato e prostituzione ]

L'ammissione della donna a tutte le occupazioni industriali e oggidì diffusa dovunque. La società borghese, sempre in caccia di profitto e di guadagno, ha riconosciuto da lungo tempo quale eccellente soggetto da sfruttare sia, in confronto dell'uomo, la donna operaia, più facile ad essere comandata e ad adattarsi a minori pretese, onde il numero dei generi di occupazioni nelle quali le donne trovano da applicarsi aumenta di anno in anno. La diffusione ed il perfezionamento della meccanica, la semplificazione dei processi di lavoro con la sempre maggiore suddivisione di esso, la crescente concorrenza dei capitalisti fra loro come le rivalità di mercato dei paesi industriali, favoriscono l'occupazione della donna come operaia. E’ questo un fenomeno comune a tutti gli Stati industriali. Ma a misura che aumenta il numero delle operaie, cresce la concorrenza con gli operai. Numerose dichiarazioni nei resoconti degli ispettori delle fabbriche e i dati statistici sull’impiego delle donne dimostrano quanto si è detto.
La condizione della donna è peggiore in quei rami d’industria nei quali si applica a preferenza, come nella confezione dei vestiti e della biancheria, e in quei lavori che possono dai direttori delle fabbriche essere affidati in casa. Le ricerche sulle condizioni delle operaie occupate nelle fabbriche di biancheria e di abiti, ordinate dalla Dieta nel 1886, hanno dimostrato che le misere retribuzioni di queste operaie le obbligano talvolta a far mercato di sé stesse per aumentare i loro guadagni. Una grande parte delle prostitute si recluta fra le operaie male retribuite.
Il nostro Stato cristiano, il cui cristianesimo si cerca generalmente invano dove dovrebbe essere manifesto, e si trova invece dove è superfluo o nocivo, questo Stato cristiano, dico, agisce come il borghese cristiano ma ciò non meraviglia chi sa che lo Stato cristiano è solo il commesso del nostro borghese cristiano. Lo Stato si induce difficilmente a stabilire regolamenti che limitino il lavoro della donna entro certe prescrizioni sopportabili e proibiscano l’occupazione dei fanciulli; come non accorda a molti dei suoi impiegati il riposo domenicale né un giusto numero di ore di lavoro, danneggiando così la loro vita familiare. Impiegati delle poste, delle ferrovie, delle prigioni, ecc., debbono spesso prolungare il loro lavoro al di là del tempo stabilito, e la ricompensa sta in ragione inversa dei loro servizi.
Essendo gli affitti troppo alti, in confronto alle mercedi dell’operaio, del basso impiegato e del piccolo borghese, essi debbono economizzare al massimo grado.
Si prendono a pigione per la notte i dormitori pubblici, dove uomini o donne, talora anche entrambi insieme, vengono accolti. Vecchi e giovani vivono in spazi angusti, accatastati senza distinzione di sesso, testimoni degli atti più intimi; quindi con l’abolizione del pudore e della moralità, avvengono fatti raccapriccianti.
L'aumento, più volte lamentato, della rozzezza e della spudoratezza della gioventù è dovuto principalmente a queste condizioni esistenti nelle città e nel contado.
E quali effetti avrà il lavoro industriale sui fanciulli? I peggiori che possano immaginarsi, così fisicamente come moralmente.
L'impiego sempre crescente delle donne maritate nelle industrie, ha funeste conseguenze, specialmente per le gravidanze, per i parti e per il primo periodo di vita del neonato, allorché esso abbisogna del nutrimento materno. Durante la gravidanza si manifesta una quantità di disturbi fatali per il feto come per l’organismo della madre, che sono causa di aborti o di nascite premature. Dato alla luce il figlio, la madre è costretta a far ritorno il più presto possibile alla fabbrica, per non lasciare che una concorrente le usurpi il posto. Le inevitabili conseguenze per i neonati sono: trascuranza di cure e nutrimento non adatto o anche mancante del tutto. Per tenerli tranquilli, vengono somministrati loro degli oppiacei. Le ulteriori conseguenze sono: grande mortalità, gracilità, rachitide, in poche parole: degenerazione della razza. Spesso i fanciulli crescono senza aver conosciuto amore dei genitori. Così nasce, vive e muore il proletario. E poi Stato e Società si meravigliano se aumentano rozzezza, scostumatezza e delitti!
Allorché, al principio del 1860, nei distretti cotoniferi inglesi, in seguito della guerra nord-americana per la liberazione degli schiavi, molte migliaia di operaie rimasero disoccupate, i medici fecero l’importante scoperta che, non ostante la grande miseria del popolo, la mortalità dei fanciulli era in diminuzione. La causa stava io ciò, che essi ricevevano il nutrimento materno e migliori cure di quanto avessero mai goduto. Lo stesso fatto è stato constatato dai medici nella crisi del 1870 nell’America Settentrionale, specie a Nuova-York e nel Massachusetts La mancanza di lavoro obbligava le donne a stare in casa, lasciando loro il tempo di dedicarsi alla prole. Le stesse osservazioni sono state fatte dal dott. Rechenberg sulle condizioni delle tessitrici della Zittavia in Sassonia, come egli dimostrò in un’opera pubblicata nell’estate del 1890.
Nell’industria domestica, che i teoretici romantici rappresentano così idillicamente, le condizioni non sono migliori. Qui, mentre il marito e la moglie sono da mane a sera incatenati al lavoro, i figliuoli, fino dalla più tenera età, vengono impiegati nel lavoro stesso. Agglomerati in ambienti angusti, vivono, marito, moglie e figliuoli, oltre agli eventuali aiuti, fra i cascami del mestiere e in mezzo alle esalazioni ed ai cattivi odori più disgustosi. Ai locali di laboratorio corrispondono le camere da letto. Sono queste, in generate, oscuri tuguri non ventilati, che sarebbero già nocivi alla salute se solo una parte delle persone che vi si ammucchia vi abitasse.
La sempre più difficile lotta per l’esistenza costringe uomini e donne ad azioni dalle quali in altre condizioni rifuggirebbero.
Nel 1877 fu constatato a Monaco che, fra le prostitute iscritte e sorvegliate dalla polizia, non meno di 203 erano mogli di operai e di artigiani. E quante mogli si vendono per bisogno, senza sottostare al controllo della polizia, che offende profondamente il pudore e la dignità dell'uomo!
Non occorre altra prova per dimostrare che, nelle condizioni sopra descritte, cresce il numero di coloro che non considerano il matrimonio un paradiso, o pensano di entrarvi contraendo questo legame.
Di qui il fatto, che il numero dei matrimoni è notevolmente in diminuzione nella maggior parte degli Stati civili. L’esperienza insegna che i prezzi elevati del grano influiscono svantaggiosamente sul numero dei matrimoni e delle nascite, come le prolungate crisi e il generale peggioramento delle condizioni economiche.
Ciò è affermato dalle statistiche matrimoniali di quasi tutti i paesi civili.
In Francia, dal 1881 al 1890, le statistiche presentano il quadro seguente:
Nel 1881, 282079; nel 1882, 281060; nel 1883, 284519; nel 1884, 289555; nel 1885, 283170; nel 1886, 28320; nel 1887, 277060; nel 1888, 27684;  nel 1889,   272931; nel 1890, 269331.
Come si vede, abbiamo una notevole diminuzione.
Negli Stati che seguono si ebbero, nella classe media del popolo, su 1000 abitanti, il numero seguente di matrimoni:

Nel 1872, l’anno dopo la guerra franco-prussiana fu concluso in Francia e in Germania il maggior numero di matrimoni. Esso varia nella maggior parte dei paesi a seconda che regnano prosperità o crisi industriali. Lo vediamo in Germania.
Dal 1875 in poi diminuisce il numero dei matrimoni fino al 1880, l’anno della crisi più bassa, tornando poi ad aumentare lentamente fino al 1890, anno di nuovo prosperoso, per diminuire ancora negli anni susseguenti e risalire negli anni di prosperità, fino a giungere, nel 1899, l’anno più florido, al suo culmine.
Le statistiche matrimoniali accennano però generalmente ad una tendenza discendente.
La cifra più alta di matrimoni cui si giunse in Germania fra il 1870 e il 1880 non fu più raggiunta se non per eccezione dal 1880 al 1890; la maggior parte dei paesi soprannominati rimane indietro.
Non solo i salari, ma anche le condizioni della proprietà hanno influenza sui matrimoni. Nell’Annuario di Schmoller del 1885, fasc.I, troviamo alcune comunicazioni sulle statistiche delle popolazioni del regno del Würtemberg, dalle quali risulta evidente che con l’aumento delle grandi proprietà decresce il numero degli uomini ammogliati dai 25 ai 30 anni e aumenta quello dei celibi dai 40 ai 50.

Il frazionamento della proprietà favorisce il matrimonio, facilita l’esistenza, per quanto modesta, di un gran numero di famiglie, mentre la grande proprietà ha influenza contraria sul matrimonio. Le cifre sopra accennate provano, dunque, che non soltanto le cause morali, ma le materiali ancora danno il tracollo alla bilancia e così il numero del matrimoni, come tutto lo stato morale, dipendono unicamente dalle basi materiali della società.

[ aborto e infanticidio ]

Il timore della mancanza di mezzi ed il pensiero di non potere educare i figli secondo il proprio grado, è pure cagione non ultima che spinge le donne di tutte le classi ad azioni non concordi con lo scopo naturale della vita, né col codice penale. A queste appartengono i diversi mezzi per impedire la gravidanza, o, quando questa ha luogo, le risorse per la soppressione del feto, l’aborto. Sarebbe falso sostenere che tali mezzi siano adottati soltanto dalle donne leggiere, senza coscienza. Al contrario, sono spesso le donne più fedeli al proprio dovere che si trovano costrette a limitare il numero dei figli, e che, per sottrarsi al dilemma di doversi negare al marito e spingerlo su altra via, alla quale si trova già propenso, si sottomettono piuttosto al pericolo dell'applicazione di mezzi abortivi.
Accanto a queste stanno altre donne, che per nascondere un fallo, o perché male comportano gl'incomodi della gravidanza, del parto e dell’allevamento, o per timore di perdere troppo presto le attrattive e scapitare agli occhi del marito o degli uomini in geniere, commettono azioni simili, e col danaro trovano facilmente l’aiuto medico e l’appoggio delle levatrici.
Dalle diverse statistiche si rileva che l’aborto provocato si fa sempre più frequente. Esso era già in uso presso i popoli antichi e continua ad esserlo nei civili e nei barbari. Specialmente in Germania aumentano i casi in cui, per questo motivo, le donne sono chiamate a presentarsi davanti ai giudici. Secondo Giulio Rouger [9] molte donne romane ricorrevano all’aborto, sia per far sparire la prova delle loro illecite relazioni, sia per continuare senza interruzione la loro vita lussuriosa ed evitare le alterazioni che le gravidanze e i parti arrecano al corpo della donna. Presso i Romani la donna dopo i 25 anni cominciava a invecchiare, così che tutte cercavano di evitare quanto potesse nuocere alla loro bellezza. Nel Medio Evo il provocato aborto era punito severamente, anche con la morte, e una donna libera che compisse tale atto veniva fatta schiava. Oggidì, più che altrove, l’aborto è praticato negli Stati Uniti. In tutte le grandi città vi sono stabilimenti in cui ragazze e maritate possono effettuare un parto prematuro. In molti giornali americani si trovano indirizzi di tali stabilimenti. In quella società si parla senza reticenza di aborto artificiale come di parto regolare. In Germania e in Europa, in generale, si ha un concetto diverso, e il codice penale tedesco punisce con il carcere tanto chi compie l’opera come chi vi concorre.
In molti cast l’aborto ha funeste conseguenze, non di rado la morte. Spesso poi ne rimane rovinata per sempre la salute. « Le sofferenze della gravidanza e del parto più difficile sono infinitamente minori dei mali che sogliono seguire l’aborto artificiale ».[10]
La sterilità è una delle conseguenze più usuali. Ciò non ostante anche in Germania l’aborto si fa sempre più frequente.
Dal 1882 al 1888 il numero dei casi venuti a cognizione pubblica aumento assai e cioè fino al 155%. La cronaca scandalosa degli ultimi anni si è dovuta spesso occupare di aborti che sollevarono grande scalpore, poiché vi avevano contribuito medici insigni e signore della più distinta società. A giudicare dal numero sempre crescente delle domande per inserzioni nei giornali, si direbbe che aumentano anche gli stabilimenti e i luoghi dove alle donne, ragazze o maritate, viene offerto il modo di attendere celatamente le conseguenze di un passo falso.
Il timore di un numero soverchio di figliuoli, in rapporto al patrimonio posseduto, ha sviluppato in vero sistema le norme repressive, sistema che minaccia di diventare una calamità pubblica. E’ fatto generalmente conosciuto che in quasi tutte le classi della società francese è state introdotto il sistema dei due figliuoli. In pochi paesi civili del mondo i matrimoni sono relativamente così numerosi come in Francia, ma in nessuno la media delle nascite è così scarsa e altrettanto lento l’amento della popolazione. Il grasso borghese come il piccolo, o il contadino seguono questo sistema, e l’operaio si associa con loro.
In molte contrade germaniche sembra che le condizioni della proprietà abbiano condotto a risultati del genere. In una ridente contrada del sud-ovest della Germania, nel giardino di ogni proprietario si trova il così detto albero sabina, le cui proprietà medicamentose sono applicate come mezzo abortivo. In altro distretto germanico esiste da lungo tempo fra i contadini il sistema dei due figliuoli; essi non vogliono frazionare la loro fattoria. E’ pure cosa sorprendente vedere quale diffusione e smercio abbia in Germania quella letteratura, la quale tratta e raccomanda i mezzi per la sterilità facoltativa, naturalmente sempre sotto la bandiera della scienza e additando il presunto pericolo di un eccesso di popolazione.
Nell’aborto e negli impedimenti artificiali della concezione il delitto ha la sua parte. In Francia l’infanticidio e l’abbandono dei neonati sono in continuo aumento, favoriti dalla proibizione del codice civile francese di ricercare la paternità. Il § 340 dice: La recherche de la paternité est interdite, mentre nel § 314 dice: La recherche de la maternité est admise. Il proibire la ricerca della paternità e l’ammettere quella della maternità è legge che senza veli mette in evidenza l’ingiustizia verso la donna sedotta. In Francia gli uomini possono sedurre le ragazze a piacere, non hanno alcuna responsabilità e non sono obbligati a fornire il mantenimento. Questi articoli sono stati creati sotto pretesto d'impedire che il sesso debole seduca il forte. Pare che il debole sia l'uomo, questo membro appartenente al sesso forte, che viene sedotto e non seduce. Conseguenza dell’articolo 340 del codice civile fu l’articolo 312, ove e detto: L'enfant conçu pendant le mariage a pour pére le mari.
Mentre la ricerca della paternità è proibita, il marito ingannato deve invece di buon grado considerare figlio proprio l’essere che la moglie ha concepito con un estraneo. Non si possono tacciare i Francesi di incoerenza! I tentativi fatti per cancellare l’articolo 340 sono finora andati a vuoto. La Francia, volendo compensare la crudeltà commessa nell’impedire per legge alla donna tradita di rivolgersi al padre del proprio figlio per gli alimenti, ha fondato gli ospizi dei trovatelli, togliendo così ai neonati il padre e la madre. Secondo il concetto francese gli ospizi degli esposti sono orfanotrofi, e i cittadini francesi lasciano allevare i figli illegittimi a spese dello Stato come fossero figli della patria. Splendida istituzione, invero!
In Germania si è già sulla stessa via. Gli articoli del nuovo codice civile dell’impero germanico, relativamente alla condizione giuridica dei figli illegittimi, stanno in cruda opposizione con le leggi più umane fino ad oggi in vigore. Essi dicono: « Un figlio illegittimo e il padre non sono ritenuti parenti ». Per l’opposto, l’imperatore Giuseppe II aveva decretata l’uguaglianza dei figli legittimi e degli illegittimi. « Il figlio illegittimo, la cui madre ebbe relazioni sessuali con diversi uomini durante la concezione (con ceptio plurium) non ha padre ». La leggerezza, la debolezza, o l’abiezione della madre sono punite nel figlio. La legge non riconosce leggerezza nel padre. « La madre ha il diritto e il dovere di pensare ai figli illegittimi; essa non possiede l’autorità che è propria dei genitori. Il padre di un figlio illegittimo ha il dovere di assegnargli una somma per il suo mantenimento fino al sedicesimo anno, in rapporto alla posizione sociale della madre, comprese le spese dell’educazione e dell’istruzione. Questo dovere del padre si prolunga al di là del sedicesimo anno del figlio, qualora per infermità questi non fosse in grado di provvedere a sé stesso. Il padre ha il dovere d'indennizzare la madre delle spese del parto, delle prime sei settimane conseguenti e di ogni eventuale altra spesa inerente alla gravidanza o al parto ». E così via.
Secondo l'antica legge prussiana una donna sedotta, fosse nubile o vedova, ma di fama fino allora illibata, aveva il diritto di esigere dal seduttore un risarcimento proporzionato alla condizione di costui; soltanto la somma non doveva oltrepassare la quarta parte del patrimonio del seduttore. Al figlio spettavano di diritto gli alimenti e l’educazione, senza riguardo se la madre fosse persona onesta o no, ma solo in corrispondenza a quanto costerebbe il mantenimento di un figlio di contadini o di un piccolo borghese. Se la donna era stata sedotta dietro promessa di matrimonio, il giudice riconosceva alla querelante il nome, la posizione, il rango del seduttore, come tutti i diritti di una moglie dichiarata innocente in caso di separazione; ed il figlio illegittimo aveva tutti i diritti di un figlio nato da matrimonio legale.
Ma ciò non esiste più. Il regresso è il criterio cui si ispirano le nostre legislazioni.
Dal 1880 furono discussi davanti alle Assise francesi 8536 casi d'infanticidio, che da 471 casi che erano nel 1831, salirono a 980 nel 1880. Nell’istesso spazio di tempo furono giudicati più di 1032 casi di provocato aborto, cioè da 41 casi nel 1831 a 100 nel 1880. Come bene si comprende solo la minima parte degli aborti viene a conoscenza del tribunale, in generale quando sono seguiti da gravi malattie o da morte. Negli infanticidi la popolazione delle campagne è rappresentata dal 75%; negli aborti, quella delle città dal 67%. Le donne hanno in città maggiori mezzi di impedire le nascite, quindi si hanno molti aborti e relativamente pochi infanticidi. In campagna le condizioni sono invertite.

[ istruzione ]

Ecco il quadro offerto dalla società moderna riguardo ai suoi rapporti più intimi. Esso è molto lontano da quello che ci rappresentano i poeti e i visionari, ma ha il vantaggio di essere veritiero.
E’ necessario però aggiungere alcune altre pennellate.
In generale, sono tutti concordi nell’affermare che il sesso femminile è intellettualmente inferiore al maschile. Balzac, che non era affatto amico delle donne, dice pertanto: « Una donna che ha ricevuto una cultura maschile possiede le qualità più efficaci e più splendide per formare la felicità sua e quella del marito ». E Goethe, conoscitore degli uomini e delle donne dei suoi tempi, così si esprime mordacemente negli Anni di tirocinio di Guglielmo Meister (confessione di una bell’anima): « Si gettò il ridicolo sulle donne dotte e si vollero rendere insopportabili le istruite, forse perché si ritenne scortese di umiliare tanti uomini ignoranti ». Ciò non pertanto non cambia l’opinione che le donne siano intellettualmente inferiori agli uomini.
La differenza esiste e deve esistere perché la donna è quale l’ha fatta l'uomo suo dominatore. L'istruzione della donna è stata finora anche più trascurata di quella del proletario, e quanto si fa per rimediarvi è ancora insufficiente. Noi siamo ora in un tempo in cui in tutti i ceti aumenta il bisogno dello scambio delle idee. La trascurata educazione intellettuale della donna si dimostra grave errore di cui si risente l'uomo.
L'educazione dell’uomo dovrebbe formarsi (almeno così si asserisce, benché lo scopo spesso non sia raggiunto con i mezzi adoperati e a volte non possa neanche essere raggiunto) con lo sviluppare l’intelligenza, acuire il pensiero, allargare il campo della scienza positiva, render ferma la forza di volontà; in breve: con l’esercizio delle funzioni intellettuali. Al contrario, nelle donne l’educazione, per quanto elevata, si limita al raffinamento dei sentimenti, all'educazione formale dello spirito, con la quale si stimola solo la loro eccitabilità nervosa e la fantasia, come mediante la musica, le belle lettere, le arti, la poesia. Questo è quanto di più sbagliato si possa fare, e con ciò si dimostra che le energie che debbono costituire il grado di cultura, della donna si lasciano dominare soltanto dai pregiudizi sulla natura del carattere femminile e sulla posizione sociale limitata che occupa la donna. Il sentimento e la fantasia di questa non hanno bisogno di essere sviluppati, cosa che aumenta la sua tendenza al nervosismo ma debbono, come nell’uomo, essere sviluppate le facoltà intellettuali ed essere portate a conoscenza dei fenomeni della vita pratica. Tanto per l’uomo quanto per la donna, sarebbe di grande vantaggio se quest'ultima invece di un eccesso di sentimento, che diventa talvolta non sincero, possedesse maggiore acutezza di giudizio e più esatta facoltà di pensiero; in luogo della soverchia eccitabilità nervosa e della timidezza, fermezza di carattere e coraggio fisico; invece delle doti dello spirito, per quanto siano poche a possederle, conoscenza del mondo, degli uomini e delle forze della natura.
In generale, è stata finora sviluppata all’eccesso nella donna la vita sentimentale e spirituale, mentre è stato negletto, arrestato ed oppresso il suo sviluppo intellettuale. Si è prodotta così una vera ipertrofia del sentimento e dell’anima, rendendo la donna facile a credere ad ogni superstizione e a qualunque raggiro; un terreno propizio per la ciarlataneria religiosa e di altro genere, un istrumento docile per qualunque reazione. Gli uomini di mente limitata se ne lamentano, perché ciò ridonda a loro danno, ma non cambiano le cose, perché essi stessi, nella grande maggioranza, sono pieni di pregiudizi fin sopra la testa.
La donna, che, per le condizioni sopra descritte, vede il mondo diversamente dall’uomo, crea con ciò un'altra sorgente di dissidio per i due sessi.
Il partecipare alla vita pubblica è oggi per l’uomo uno del più importanti doveri, né cambia la cosa il fatto che molti uomini non arrivano a comprendere tale dovere. Ma sempre più si allarga la schiera di coloro che riconoscono che le istituzioni pubbliche stanno nel più intimo legame con le condizioni private dei singoli individui, che il bene e il male di questi e delle famiglie dipendono assai più dalle condizioni delle istituzioni pubbliche che non dalle proprietà degli individui e dalle azioni personali, perché comprendono che qualunque sforzo dei singoli individui è impotente contro i difetti inerenti allo stato delle cose che ne determina la condizione. La lotta per l’esistenza esige sforzi molto maggiori di un tempo e richiede dall’uomo un lavoro che occupa quasi tutto il suo tempo e le sue forze. Ma la donna ignorante, indifferente, non lo comprende. Si potrebbe dire di più: che la differenza intellettuale tra uomo e donna sia ora maggiore di quanto sia mai stata quando le condizioni erano ristrette, limitate e più a portata dell’intelligenza femminile. L'occupazione negli affari pubblici assorbe gran numero di nomini in modo prima affatto sconosciuto, cosa che allarga il loro orizzonte, ma che li sottrae sempre più alla vita domestica. La donna si sente respinta, e si apre una nuova sorgente di dissidio. Solo di rado il marito cerca di mettersi all’unisono con la moglie e di convincerla, mentre per regola è d'opinione che la moglie non possa comprenderlo e non si dà la fatica di spiegarsi. Tu non capisci, è la risposta usata quando la moglie si lagna di essere lasciata all’oscuro. La ragione perché la donna non comprende è che i primi a non capire sono gli uomini.

[ miseria domestica ]

Il proletariato crea condizioni favorevoli nei rapporti tra marito e moglie, in quanto che entrambi riconoscono di tirare lo stesso carro e non vedono altro scampo se non nella rivoluzione sociale che fa tutti gli uomini liberi. A misura che questa convinzione si diffonde fra le donne del proletariato, la loro vita matrimoniale si idealizza non ostante i bisogni e la miseria.
I coniugi hanno uno scopo comune, al quale aspirano, ed una perpetua sorgente di miglioramento nello scambio delle loro opinioni, cui li conduce la lotta che sostengono insieme.
Il numero delle donne proletarie che si associano in questa aspirazione si fa ogni anno maggiore, e sviluppa un movimento di decisiva importanza per l’avvenire dell’umanità.
In altri matrimoni la differenza di educazione e di vedute, che al principio, quando domina ancora la passione, viene facilmente sormontata, si fa con gli anni sempre più sensibile. Con l’estinguersi degli appetiti si sente maggiore il bisogno di un compenso nell'accordo intellettuale. Ma, indipendentemente dal fatto se l’uomo abbia un concetto dei suoi doveri di cittadino e li adempia, egli, per la sua posizione sociale e per il continuo rapporto col mondo esteriore, si trova sempre in contatto degli elementi e delle vedute più disparate, e vive in un'atmosfera intellettuale che allarga il suo orizzonte. Egli si trova in una specie di atmosfera intellettuale, mentre per contrapposto la moglie, dedita alle occupazioni domestiche che richiedono l’opera sua da mane a sera, non ha il tempo per ischermirsi e si esaurisce intellettualmente.
Questa miseria domestica nella quale si trova il maggior numero delle donne moderne, è descritta da Gerhard von Amyntor nel Randylossen zum Buche des Lebens.[11]
Poi, tra l’altro, troviamo nel capitolo Punture di zanzare mortali: «Non nei grandi avvenimenti della vita, che non sono risparmiati a nessuno, qui con la morte del marito, la con la rovina morale di un figlio adorato, più in la ancora con gravi malattie, o col naufragio di un progetto lungo tempo accarezzato, la donna perde forza e freschezza, ma con le piccoli preoccupazioni giornaliere che agitano l’animo.... Quanti milioni di brave madri di famiglia perdono nelle cure domestiche, cucinando e lavando, la vivacità, la freschezza, le fossette delle gote, finché diventano mummie grinzose, disseccate, affrante. L'eternamente nuova domanda: che cosa si fa oggi da pranzo?, la necessità sempre rinnovata di scopare, di spolverare, di spazzolare, è la goccia incessante che consuma lentamente, ma con effetto certo, l’anima e il corpo. Il focolare domestico è il luogo dove viene tristamente fatto il bilancio fra le entrate e le uscite, dove si fanno le dolorose riflessioni sul rincaro dei viveri e sul modo sempre più difficile di procacciarsi il danaro. Sull’altare dove bolle la pentola vengono sacrificate gioventù e libertà, bellezza e lieto umore, e chi può riconoscere nella vecchia cuoca ricurva e dagli occhi infossati la sposa un tempo fiorente, gioviale, pudicamente civettuola nel suo abbigliamento nuziale, cinta dalla corona di mirto? Già agli antichi era sacro il focolare, e accanto ad esso ponevano i lari e le immagini dei numi tutelari; sia sacro anche a noi il focolare presso il quale la madre di famiglia tedesca, fedele al suo dovere, muore per lungo martirio, per mantenere in ordine la casa, la vola bene apparecchiata e la famiglia sana ».
Ecco la consolazione che il mondo civile, con l’attuale ordine delle cose, offre alla donna infelice, che si consuma miseramente.
Quelle donne che si trovano per le loro condizioni pecuniarie in posizione libera, possiedono in generale un’istruzione limitata e superficiale, che si manifesta con le qualità caratteristiche femminili, trasmesse per legge ereditaria.
Non si curano che delle apparenze, della parte ornamentale, e cercano nella soddisfazione delle loro voglie e nelle passioni lascive lo scopo della vita. Non si preoccupano né dei figli né della loro educazione; essi esigono troppe fatiche e troppe noie, sicché li affidano piuttosto alle balie, alle persone di servizio, e più tardi ai collegi.
Considerano piuttosto loro còmpito quello di allevare le figlie come pupattole ed i figli per jeunesse dorée, dove vengono reclutati i bellimbusti, quella spregevole genia di uomini che si potrebbe quasi collocare a pari dei mezzani.
Questa jeunesse dorée fornisce anche un buon contingente ai seduttori delle ragazze del popolo; essa considera scopo della sua vita il dolce far niente e la dissipazione.

>> segue nel prossimo almanacco

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[1] - Fisiologia dell’amore.
[2] - Alessandro Dumas dice giustamente in Monsieur Alphonse: “L'uomo ha creato due generi di  morale: una per sé stesso, un'altra per la donna. Una, che gli concede di amare tutte le donne; un'altra che accorda alla donna, in compenso della sua libertà perduta per sempre, l'amore di un solo uomo».
[3] - L. Bridel, La puissance maritale. Losanna, 1879.
[4] - Von Oettingen , Moralstatistik, - 3, ediz. aumentata e corretta. Erlangen, 1882.
[5] - Von Oettingen , op. cit.
[6] - Statistiche dell’Impero Germanico. Anno II, 1902, Fascicolo I.
[7] - Von Oettingen, op. cit.
[8] - Bücher si lagna nella sua opera già più volte citata, Die Frauenfrage in Mittelalter, della decadenza del matrimonio e della vita di famiglia; egli condanna l’aumento delle donne che si occupano nelle industrie e chiede di far ritorno al vero campo della donna, dove essa dà nobile esempio in casa e nella famiglia. Egli chiama dilettantismo gli sforzi degli attuali difensori delle donne e spera finalmente che si ritorni presto sulla retta via; ma non è in caso di additare la strada che conduce al successo. Ciò, dal punto di vista borghese, è cosa impossibile. Le condizioni del matrimonio, come della donna in generale, non sono effetto del libero arbitrio, ma il prodotto naturale dell'evoluzione sociale, che si compie e obbedisce a leggi immanenti.
[9] - Etudes médicales sur l’ancienne Rome.  Parigi, 1859.
[10] - Geschichte und Gefahren der Fruchtabtreibung, di Ed. Reich, 2a ediz. Lipsia, 1893.
[11] - Raccolta di Lucas, Elberfeld.