L'ARTE RACCONTATA AI COMPAGNI |
George Kubler. 1962
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LA FORMA DEL TEMPO
Conclusione Lo studio storico dell'arte sulla base di principi sistematici è vecchio di quasi duemila anni, se includiamo Vitruvio e Plinio. La quantità di conoscenze accumulate in questo periodo è tale che nessuno puo pretendere di abbracciaria per intero. E’ improbabile che siano molti i grandi artisti ancora da scoprire. Ogni generazione, è vero, continua a rivalutare quelle parti del passato che più hanno attinenza con i bisogni del presente, ma questo processo non serve tanto a scoprire nuove gigantesche figure all’interno di categorie già conosciute quanto a rivelare nuovi tipi di attività artistiche, ciascuna con la sua nuova tabella biografica. E’ poco probabile che si giunga improvvisamente alla scoperta di pittori sconosciuti della statura di un Rembrandt o di un Goya, mentre è possibile che ci si renda ancora conto della grandezza di tanti piu modesti artigiani il cui lavoro solo recentemente è stato accettato come arte. Ad esempio, il recente avvento della pittura gestuale (action painting) in Occidente ha portato alla rivalutazione di una simile tradizione della pittura cinese datante dall’XI secolo. A questa forma d’arte l’Occidente era rimasto insensibile fino a pochi anni fa. Finitezza dell'invenzione Innovazioni artistiche radicali non continueranno forse più ad apparire con la stessa frequenza alla quale ci siamo abituati nel secolo scorso. Puo ben darsi che le possibilita di forma e di significato nella società umana siano già state tutte abbozzate una volta o l’altra, in un luogo o nell’altro, in proiezioni piu o meno complete. A noi e ai posteri resta la facoltà di riprendere, quando se ne presenti il bisogno, lo svolgimento di quei tipi di forme che sono rimasti incompleti. La riduzione purista della conoscenza Già molto tempo fa qualcuno suggerì di ridurre la grandezza dei messaggi in arrivo amplificando ciò che siamo disposti a scartare. L'idea tornò di moda in Europa e in America con la generazione tra le due guerre, tra il 1920 e il 1940: essa implicava il rigetto della storia. Si sperava di ridurre il traffico riducendolo a pure e semplici forme di esperienza. Allargare la porta Più normale è il metodo di allargare la porta in modo da permettere l’ingresso di piu messaggi. Le dimensioni della porta sono delimitate dai nostri mezzi di percezione e questi, come abbiamo visto in tutta la storia dell'arte, possono essere ripetutamente ampliati dai successivi modi di sentire che gli artisti ci presentano. Un altro metodo è quello di codificare i messaggi in arrivo in modo da eliminare le ridondanze permettendo il flusso di un più forte volume di traffico utile. Quando raggruppiamo le cose secondo il loro stile o la loro classe noi riduciamo le ridondanze, a spese però dell'espressione. Il mondo finito Se si potessero verificare queste ipotesi, il risultato cambierebbe completamente il nostro concetto di storia dell’arte. Invece di occupare un universo di forme in continua espansione, secondo il felice ma prematuro assunto dell'artista contemporaneo, ci troveremmo invece ad abitare un mondo finito di possibilità limitate, in gran parte ancora da esplorare e sempre aperto all’avventura e alla scoperta, come erano le distese polari prima che l’uomo ci mettesse piede. Equivalenza di forma ed espressione Quando guardiamo alle cose per ricerearvi una traccia della forma del passato, tutto può essere interessante. Eppure questa conclusione, tanto evidente quando si pensi che soltanto attraverso le cose possiamo conoscere il passato, viene generalmente sacrificata alle esigenze dello studio specialistico. |
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Diminuzioni iconologiche
Con sapienza e sottigliezza gli iconologi rintracciano le circonvoluzioni di un tema umanistico attraverso i millenni e tutti restano affascinati dalla scoperta che ogni periodo ha contribuito a quel tema con certi arricchimenti caratteristici, con certe riduzioni o certe trasformazioni. A mano a mano che si accumulano i risultati di questi studi, ci troviamo come di fronte a un libro scritto da molti autori in cui ogni capitolo tratta di un elemento della tradizione umanistica e tutti insieme trattano della sopravvivenza dell'antichità. Per coloro che si applicano allo studio del significato il criterio di valore non è la discontinuità, ma la continuità. Le deficienze dello stile Tra i tanti esempi che si possono fare, scegliamo quello di « stile barocco». Questa espressione, che si riferiva inizialmente alle opere d'arte romane del Seicento, viene ora impiegata in senso lato per tutta l’arte, la letteratura e la musica europea dal 1600 al 1800. Il termine in se stesso non descrive né una forma né un periodo: esso deriva dalla parola «barocco», termine mnemonico duecentesco indicante il quarto modo del secondo sillogismo coniato ad uso degli studenti di logica da Pietro Ispano, che doveva piu tardi diventare Papa Giovanni XXII. In realtà, parlare di arte barocca ci impedisce di notare gli esempi divergenti o i sistemi rivali di ordine formale nel Seicento. Siamo così divenuti riluttanti a considerare le alternative all'arte barocca in quasi tutte le regioni o a prendere in esame le molte gradazioni tra espressioni metropolitane e provinciali delle stesse forme. Pluralità del presente. Tutto varia secondo i tempi e i luoghi e non possiamo mai fissarci su una qualità invariabile come quella suggerita dall’idea di stile, anche separando le cose dal loro ambiente. Ma quando guardiamo alla durata ed all’ambiente, allora la vita storica presenta mutamenti di relazioni, momenti che passano e luoghi che cambiano. Qualsiasi relazione immaginaria o qualsiasi continuità come quella di stile sfugge alia vista nel momento in cui la cerchiamo.
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