Gruppo GORGONA 1959-1966
Gorgona, nella mitologia greca, è un mostro con il potere di trasformare, chiunque la guardi, in roccia. Invece, nella storia dell’arte, Gorgona è il nome di uno dei gruppi artistici più inusuali.Nasce nel 1959 a Zagabria - culla di importanti movimenti artistici come Exact 51 e Nuove Tendenze nei quali il carattere “internazionale” è fondamentale - dall’incontro di personalità molto diverse fra loro. Exact 51, abbreviazione di Eksperimentali atelier, rimane attivo dal 1951 al 1956, e unisce un gruppo di architetti (Rasica, Richter, Bernardi, Bregovac, Radić e Zarahović) e di pittori Vlado Kristl, Aleksandar Srnec e Ivan Picelj. Quest’ultimo è un personaggio fondamentale nella storia dell’arte della ex-yugoslavia, promotore anche di Nuove Tendenze. Così scrive di lui e della sua arte Zvonko Maković: egli escludeva dalle sue opere ogni elemento superfluo e banale (…) e cercava la libertà in un contesto totalitaristico. Il loro programma è basato sulla legittimazione di un’arte geometrica-astratta, applicabile anche al design industriale, in opposizione al realismo socialista e alla sua rappresentazione.L’altro movimento fondamentale nella storia dell’arte dell’ex-yugoslavia è Nove Tendencije, un’esperienza straordinaria, che ha unito, nelle cinque mostre internazionali tenute dal 1961 al 1973 a Zagabria, le personalità e i gruppi più importanti delle avanguardie del periodo, come il Gruppo T, il Gruppo N, il Groupe de recherche d’art visuel, Enrico Castellani, lo stesso Piero Manzoni, Enzo Mari e tanti altri. Attraverso un’arte neocostruttivista, optical, programmatica, cinetica si tenta di cambiare la visione politica, sociale e culturale del mondo contemporaneo. Le parole di Getulio Alviani, che ha partecipato a questa esperienza, spiegano l’idea che unisce le diverse personalità in Nuove Tendenze: "in pochissimi giovani, tra di noi distanti non solo geograficamente, ma anche per estrazioni culturali e sociali, all’inizio per lo più senza conoscerci, lavoravamo con impegno e privi di ogni volontà di clamore su problemi ottici e di percezione, sulle immagini virtuali, sul dinamismo intrinseco dell’opera, sull’intervento del fruitore, sulla luce e sulla spazio, sulla serialità, su nuovi materiali e su inedite presenzionalità del conosciuto, con alla base la matematica e le forme esatte (…) con un approccio senz’altro più vicino, per metodo di ricerca, alla scienza. Si voleva dare all’arte un altro senso, quello scientifico che conseguentemente sociale, proprio perché basato sull’oggettività scevra da ogni interpretazione letteraria, arte come enunciato e risoluzione di problemi plastici, sempre verificabili, per ampliare il campo della conoscenza e quindi con una forte componente didattica."[1] Gorgona non avrebbe mai visto la luce se non fosse stato per queste fondamentali esperienze. I membri provengono da differenti formazioni: Josip Vanista, Marijan Jevsovar, Duro Seder, Julije Knifer sono pittori o hanno studiato dall’Accademia delle Belle Arti, Ivan Kozarić è uno scultore, Dimitrije Basicević è storico dell’arte e poeta, che con il nome di Mangelos intraprende anche l’esperienza di artista, Matko Mestrović e Radoslav Putar sono critici d’arte e Miljenko Horvat è un architetto. Knifer e Mestrović sono il legame più stretto fra Gorgona e Nuove Tendenze, essendo tra gli animatori di entrambe le esperienze. Gorgona non può essere considerato un gruppo artistico nel senso tradizionale, non ha un preciso “programma” ideologico-estetico e non tenta di promuoversi all’interno della scena artistica dell’ex-Yugoslavia. Il loro disinteresse è testimoniato anche dal fatto che i critici del gruppo (Matko Mestrović, Radoslav Putar e Dimitrije Basicević) hanno scritto pochissimo su questa esperienza e che sono state scattate soltanto due o tre fotografie di tutti i membri.Per questo motivo per molti anni non è stata riconosciuta, neanche dalle istituzioni culturali nazionali, l’importanza artistica del gruppo. Questo fatto però non cancella la grande influenza che il gruppo ha avuto sulla storia dell’arte e sulle generazioni successive. Come ci spiega Vlado Martek, artista e componente del gruppo Grupa Sestorice Autora (Gruppo dei Sei Autori), Gorgona ha avuto un ruolo fondamentale nella sviluppo dell’arte contemporanea non solo croata, soprattutto per quel che riguarda il filone concettuale; dice infatti: “Per me Gorgona è il punto di inizio dell’arte, non un’arte concreta, ma mentale. E’ un’arte che nessuno può manipolare, essendo una creazione dell’intelletto”. Gorgona può definirsi un gruppo d’artisti e intellettuali che dividono affinità comuni. Ogni membro ha la massima libertà di espressione. Il lavoro è spesso caratterizzato da una poetica radicale, senza compromessi, ma l’appartenenza al gruppo non ha modificato il modo personale di vedere e di esprimere la propria arte. Le loro carriere sono sempre rimaste separate. Proprio per questo Gorgona non ha una particolarità stilistica unitaria, che caratterizzi la volontà artistica che si trova dietro l’esperienza “gorgoniana”. Riunirsi in un gruppo è il modo per andare contro al rigido sistema dell’arte, che nella ex Yugoslavia basata su un’organizzazione dello stato e della società di modello socialista, sostiene solo le istituzionali culturali statali, le uniche a cui vengono dati i finanziamenti per realizzare esposizioni e cataloghi. Gorgona racchiude due diverse e simultanee produzione e modi di concepire l’arte. Da una parte le pratiche artistiche individuali del gruppo, dall’altra lo stile di vita che va oltre la realizzazione dell’opera e che si sviluppa in incontri, uscite, camminate nei dintorni della città ed in campagna e nello scambio lettere e pensieri.Viene spostata l’enfasi dall’opera d’arte all’interazione fra i membri del gruppo e alla bellezza dei momenti vissuti, alle azioni, al confronto di idee, alla vita stessa. Al quotidiano. Il loro impulso ad identificare vita ed arte li spinge ad esplorare diverse aree di sperimentazione, lontane da quelle tradizionali.Così nascono gli incontri, le lettere, i concetti, i “Progetti impossibili”, i questionari.Il piacere stesso è una forma caratteristica della loro attività.Il piacere di stare insieme, di condividere pensieri e idee diviene mezzo di espressione di Gorgona. Ogni artista ha procedure espressive diverse, ma il valore intrinseco non è nel loro lavoro, ma in un atteggiamento differente verso la realtà. Liberarono l’arte da ogni obbligo e la libertà diventò il valore supremo. L’arte del vivere in Gorgona significa essere e rimanere liberi. Questo è l’elemento fondamentale. Significativa è la frase di Marijan Jevsovar: "Avrai notato che non parliamo mai di Gorgona come un gruppo di artisti che hanno simili tendenze artistiche, noi abbiamo sempre insistito invece su una certa unità spirituale. Ognuno di noi ricerca da solo la trasformazione dell’elemento mentale in uno materiale. Cerchiamo di trovare una risposta alla domanda in cosa è inerente la serietà dell’arte."[2] Una libertà e una sperimentazione che non hanno connotazioni politiche. Questa massima libertà è raggiungibile solo in un ambiente privato.Per questo Gorgona lavora “silenziosamente”, senza manifesti e senza partecipare alla vita culturale e sociale pubblica.Il loro spirito di ribellione è molto lontano dalla contestazione alla politica di uno stato comunista, quale era la Yugoslavia, ma riguarda i valori piccolo-borghese che l’establishment culturale esprime. Significativa è l’opera-istallazione “In onore di Manet” (1961) di Josip Vanista, che critica profondamente i valori della classe dominante. Gorgona non vuole essere contagiata dalle “regole” della società, ma allo stesso tempo non tenta di cambiarla o migliorarla. L’unico fine è la ricerca della libertà.La loro è una critica implicita al concetto tradizionale di arte come “istituzione di classe”. Lo stato privilegiato in cui viene posizionato il “fare artistico” lo rende eterno, monumentale, prezioso, decorativo. L’artista era colui che ha nelle sue mani il “genio divino”.Gorgona vuole distruggere questo modo di pensare e vedere l’arte usando materiali e mezzi di espressione non artistici e provenienti dalla vita di tutti i giorni, come la stampa e la posta, eliminando la nozione di opera come decorazione ed illusione ed enfatizzando il concetto di opera al di sopra della sua realizzazione materiale e manuale. Ne è un esempio “Izvolite Prisustvovati” (“Lei è Invitato”) del 1961. Un invito spedito a numerosi indirizzi con il solo testo “Lei è Invitato”, senza essere specificato l’evento, il luogo e la data. Un invito incompleto come parodia dell’evento culturale inteso solo come ritrovo sociale, dove l’arte passa in secondo piano.La situazione politica e sociale nella quale i componenti operano chiede che le idee di Gorgona vengano diffuse anche fuori dai confini della Yugoslavia con la distribuzione dell’Anti-rivista “Gorgona”. Ne sono testimonianza le numerose lettere di apprezzamento inviate da importanti artisti della scena internazionale del periodo, come per esempio Lucio Fontana: "Ho visto la vostra rivista, è formidabile! Spero che il carattere della rivista non cambi più avanti. E’ un peccato che non conosca bene il francese per darvi un opinione più interessante. Complimenti e grazie per la vostra rivista. Con i saluti più cordiali, Lucio Fontana." La diffusione della rivista fu possibile perché i contatti non avvenivano di persona, ma solo attraverso scambio di lettere. L’attività epistolare è stata un altro elemento fondamentale del gruppo. Le lettere e i messaggi debbono essere considerati una parte centrale della loro attività artistica-concettuale. Frasi, immagini, idee, progetti, “Pensieri per il mese” condivisi assiduamente fra i membri tramite posta e spesso riferiti e discussi durante i numerosi incontri, di cui rimane sempre testimonianza, come per esempio i “Questionari”. La connotazione che lega tutti questi “scritti” è una vena spiritosa ed ironica e come spiega Josip Vanista: Gorgona non aveva un messaggio. "Era un’attività, auto-ironica, carica di inusualità. Forse non ha comunicato niente di nuovo, forse è restata ferma sui problemi della vita, su sentimenti di ansia,…" Un’ironia caustica, senza volgarità, che loro stessi chiamarono “Humor Gorgonico” e costruita sull’assurdo, sul bizzarro e sul ridicolo.L’uso della posta come mezzo e veicolo per comunicare e diffondere idee e messaggi d’arte, anticipa il fenomeno della Mail Art. Gorgona ha precorso pratiche caratteristiche di movimenti internazionali, che nasceranno a partire dagli anni ’60, quali l’identificazione della vita di tutti i giorni con l’attività artistica e la grande importanza del processo di creazione materiale dell’opera, influenzati dalle esperienze delle avanguardie storiche. Alle origini c’è il Dadaismo, primo a conferire la stessa importanza all’arte e alla vita quotidiana, portando in secondo piano la necessità di produrre un manufatto d’arte finale. Con Gorgona non si può non fare riferimento al movimento Fluxus, che abolì radicalmente l’idea tradizionale dell’atto e dell’oggetto artistico. L’imperativo di produrre “buoni oggetti d’arte” è rimpiazzata dal gesto, dal processo, dall’ironia, dalla volontà personale, considerati come forme d’arte in pieno diritto. Fondamentale è la scoperta, alla fine degli anni ’60, del pensiero filosofico orientale. Artisti come John Cage e Yves Klein introducono le esperienze dello Zen e del Buddhismo nell’arte occidentale, fornendo un nuovo stimolo a tutti i campi della creatività. Yves Klein, già negli anni ’50, incomincia a dipingere i suoi monocromi nel tentativo di presentare in pittura le categorie del trascendentale e del metafisico.Riduzione, opere monocromatiche o bicromatiche, minimalismo, eliminazione dell’illusione pittorica sono fra le caratteristiche principali delle opere “gorgoniane”. Uno dei progetti più interessanti del gruppo è l’esposizione allo Studio G di “Mostra senza una mostra” del 1964, ideato da Josip Vanista. Questo progetto può essere considerato il primo esempio di dematerializzazione dell’oggetto artistico nell’arte contemporanea croata e non solo. E’ un lavoro radicale, dallo spirito fortemente concettuale. Consiste nell’esibire, al posto delle opere, la precisa descrizione di ognuna di esse. Si arriva a un minimalismo così avanzato tanto che il quadro, la pratica pittorica vengono annullate. La materialità stessa dell’opera è negata. Quest’idea era già stata formulata da Dimitrije Basicević Mangelos, nel suo concetto di “non-arte”, dove manifesta il bisogno di “negare la pittura usando le lettere, le parole e poi la teoria”. La sostituzione del quadro con il suo equivalente linguistico sposta l’attenzione dalla creazione materiale alla formulazione mentale del lavoro artistico. L’opera è sostituita dall’idea stessa che l’ha generata. Josip Vanista su questo progetto scriverà: "Ho smesso di dipingere quadri quando ho realizzato che è sufficiente formularli con il linguaggio." Vista la poca chiarezza da parte del mondo artistico e culturale nel comprendere Gorgona, Vanista, nel 1961, decide di scrivere 13 “istruzioni” per spiegare le idee fondamentali del gruppo:
E’ molto difficile riuscire a delimitare in maniera stretta, univoca che cosa fu l’esperienza di Gorgona. Forse soltanto le parole di uno dei suoi fondatori, Josip Vanista, possono rendere pienamente lo spirito di questo gruppo: "Gorgona fu la partecipazione a un'esistenza, dove l'assurdo e il vuoto erano gli ingredienti principali. Gorgona non fu un gruppo di pittori. Si manifestava con discorsi, idee, qualche realizzazione e con le parole scritte, perché non potevamo fare altro. Gorgona non aveva pretese artistiche. Paesaggio, pianura, piattezza infine la linea, orizzontale. L'omissione era più importante di ciò che era presente, questa semplicità ci portò alla riduzione al vuoto. E poi a tacere." [2] - Ivica Župan “Gorgona, che libertà”, Slobodna Dalmacija, Forum, Split, 1993. |
Lo spazio per il gruppo Gorgona allestito nel Museo Macura nel 2012 |
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