[ s(k)andalo ]
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Hugo - Il fanciullo era davanti a quella cosa, muto, stupito, cogli occhi fissi. Per un uomo sarebbe stata una forca, per il fanciullo era un’apparizione. Dove l’uomo avrebbe visto il cadavere, il fanciullo vedeva il fantasma. E poi egli non comprendeva.[1]
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Cosa: uno dei termini più ampi e generici per riferirsi ad ogni realtà individua percepita nella sua inanimata concretezza come esistente fuori e indipendentemente dalla mente che conosce, per riferirsi ad ogni oggetto materiale...
...C o s a ! ...O g g e t t o... « Non c’è niente di più riprovevole, di più profano, di più massiccio di un oggetto; à bas l’oggetto! - dice Marx. |
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« Oh, non sono proprio amico dell’attuale Cristianesimo… - dice van Gogh.
- La conosco troppo bene la cristianità presente. Quella freddezza di ghiaccio ipnotizzò perfino anche me nella mia gioventù, ma da allora mi sono vendicato – e come? Adorando quell’amore che essi, i teologi, chiamano peccato, rispettando una prostituta e così via e non portando alcun rispetto a molte cosiddette signore pie e rispettabili. Per un gruppo la donna è sempre eresia e diavoleria. Per me è esattamente il contrario. Addio. » [3] |
[1] - Victor Hugo, L’uomo che ride; Vincent era un lettore di Hugo: aveva letto I Miserabili almeno due volte.
[2] - Karl Marx, 3-L’amore, in La Sacra Famiglia, Editori Riuniti, Roma 1967, II ed. 1972, pag. 24. [3] - Vincent a Theo, Nuenen 2 ottobre 1884 (n. 464-378.79). Vedi anche la lettera a Teo n. 691-543, del 29 settembre 1888: “Victor Hugo dice che Dio è un faro a eclissi, e certamente ora stiamo passando attraverso una fase di eclissi”, scrive Vincent. |
Da una pagina del quotidiano La Repubblica del 2008
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SCARPE [dall’estetica alla podistica] |
parte prima H.D.S. MAROQUINERIES
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