IL FLAUTO - Una leggenda sufi narra che la voce del flauto è il proprio lamento per essere stato isolato dal canneto in cui si trovava. |
SOMMARIO 0,5 DICEMBRE 2011
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1 | 24 CARTOLINE SCRITTE E MAI SPEDITE | Luciano Trina |
2011
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LETTERA DA VICINO (spedita) | Lillo Romeo |
2011
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ENIGMI PRIMORDIALI | Telmo Pievani |
2011
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UNA VITA SENZA SENSO | Quinterna.org |
2005
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AGENZIA GENERALE DEL SUICIDIO | Jacques Riguad |
1929
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DREAMS THAT MONEY CAN BAY | Hans Richter |
1946
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HISTORY OF THE WORLD | Mel Brooks |
1981
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CE L'HO QUI LA BRIOCHE | Carmelo Romeo |
2011
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LA CONTINGENZA AL CINEMA | Stephen Jay Gould |
2008
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Amadeo Bordiga |
1957
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TELEVISION D'ESSAI: PAS D'ARGENT | Frazione Clandestina |
1975
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FENOMENOLOGIA DI LEADERS | n+1 |
2009
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NON SI IMPOLVERA IL QUADRATO | Rita Pacifici |
2011
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14 | L'ENIGMA DELLA POLTRONA | Al Capp |
1948
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INVARIANZA STORICA E ATTIVISMO | Programma Comunista |
1952
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COSA RESTA | Monica Prisco |
2011
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LA MORTE DEI CONIUGI LAFARGUE | Maurice Dommanget |
1971
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AA.VV. |
2000
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BEN REÇOIT ET PARLE - 1960-2011 | Ben Vautier - Ermes Zattoni |
2011
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CAN CHE ABBAIA E CHE MORDE | René Thom |
1980
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21 | DEL SUICIDIO E DELLE SUE CAUSE | Karl Marx-Jacques Peuchet |
1845
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22 | REPRINT sul Formalismo | Uffici Unificati |
1993
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PAGINE DI COMPENSAZIONE
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2c | Guy Debord |
1988
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8c | Forniture critiche | |||||||
9c | S. J. Gould |
2008
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11c | Frazione Clandestina |
1975
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20c | Avviso alle popolazioni |
1976
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MANOSCRITTO GIOVANILE - E' da evitare innanzi tutto di fissare ancora la “società” come un’astrazione di fronte all’individuo. L’individuo è ente sociale. La sua manifestazione di vita – anche se non appare nella forma diretta di una manifestazione di vita comune, compiuta a un tempo con altri - è quindi una manifestazione e una affermazione di vita sociale. La vita individuale e la vita generica dell’uomo non sono distinte, per quanto – e necessariamente – il modo di esistenza della vita individuale sia un modo più particolare o più generale di vita generica, e la vita generica una più particolare o più generale vita individuale. Come coscienza generica l’uomo conferma la sua reale vita sociale e ripete soltanto la sua reale esistenza nel pensiero; come inversamente l’esistenza generica si conferma nella coscienza generica e nella sua generalità, come ente pensante, è per sé. L’uomo, per quanto sia un individuo particolare – e propriamente la sua particolarità lo faccia individuo e reale ente comune individuale – è parimenti una totalità, l’ideale totalità, è l’esistenza soggettiva della società pensata e sentita per sé, tanto che egli, in realtà, esiste sia in quanto intuizione e spirito reale dell’esistenza sociale, sia in quanto totalità di umane manifestazioni di vita. Pensare e essere sono, dunque, certamente distinti, ma ad un tempo in unità l’un con l’altro. La morte appare come una dura vittoria del genere sull’individuo e una contraddizione della loro unità; ma l’individuo determinato è soltanto un ente generico-determinato, e come tale mortale. (Karl Marx, Proprietà privata e comunismo (1843) in Opere filosofiche giovanili)
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