SULL'ELEMENTO ADDIZIONALE IN PITTURA |
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Kazimir Malevich
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1. Ogni comportamento, quale che sia, si esprime nel movimento, lascia una traccia in tutte le forme possibili, le linee, le superfici piane, i volumi. le macchie del momento che si è fissato e del momento che passa, del momento statico e del momento dinamico, con tutte le sfumature possibili di colore e di temperatura e con la struttura. E’ possibile sottoporre tali manifestazioni, in quanto traccia stabilita, a uno studio e trarne deduzioni precise sullo stato dei corpi in movimento chiarendone le cause, effettuare ricerche archeologiche della traccia; e, dopo aver stabilito la causa primaria, scopriamo nel lontano passato lo stato e il comportamento di un certo individuo, o di tutta una cultura, e in base a queste stesse tracce possiamo anche ricarare deduzioni per il future più prossimo. Da qui otterremo due ricerche archeologiche, quella del futuro e quella del passato.
Se la temperatura dell’organismo di un individuo aumenta, il suo comportamento si modifica immediatamente; da questo compor-tamento riconosciamo o prestiamo attenzione al suo stato e ne cerchiamo la causa e scopriamo che l'aumento della temperatura si spiega con l'apparizione nell’organismo di un elemento addizionale che turba il suo stato normale. Analizzando il sangue, l'espettorato, l'urina scopriamo gli elementi addizionali che, in un modo o nell'altro, esercitano un'influenza sull’aspetto normale che dovrebbe avere l’organismo. In questo modo tutto il nostro comportamento e ogni nostra manifestazione dipendono da queste o quelle influenze delle condizioni che ci circondano, ed esse sono precisamente quegli elementi addizionali che modificano l'attitudine dell'individuo. Essi ci costringono a sottometterci a questa o quella circostanza e a opporle resistenza. E’ a causa di queste due opposizioni che si crea allora un terzo fenomeno: la vita, la quale si suddivide pure in due categorie, quella dello stato normale e quella dello stato anormale; è nella resistenza dell'individuo che lotta con tutte le proprie forze contro l'elemento addizionale che consisterà la difesa della sua vita normale. Tutte le opposizioni, ogni attività da esse generata, si suddividono in diverse categorie e si conformano secondo diverse specialità di ordine scientifico ed estetico. Queste categorie si dividono in stato naturale e stato artificiale dei rapporti. Si stabiliscono delle norme definite e ciò che esce dai limiti di queste norme di rapporti viene scartato come elemento nocivo che infrange la norma. Questo elemento è l'elemento addizionale che può svilupparsi e creare nuove forme dopo aver vinto la norma precedente. La vita cerca continuamente delle norme, elabora dei rapporti normali pianificati, costruisce nuovi canali attraverso cui i rapporti reciproci delle energie di due circostanze scorrano fuori da ogni ingorgo, gli elementi addizionali non incontrino ostacoli al proprio sviluppo nelle circostanze dell’ambiente. Tali sistemi di azioni reciproche vengono elaborati affinché possano rispondere alla vita, cioè non divergano dalla sua norma. Nel sistema è prevista la concordanza dei rapporti dinamici o statici degli elementi addizionali esistenti che si trovino nella circonferenza del sistema. Ogni individuo aspira a conformarli a un ordine armonico cioè a stabilire una norma che sarà proprio la sua vittoria. Nei sistemi così stabiliti si prende in considerazione lo stato normale dei rapporti sociali, economici, politici, estetici, pittorici, architettonici, fisici e psichici. Tutte le norme sopra elencate rappresentano l’ordine stabilito degli elementi addizionali precedenti, la cui norma può essere violata dagli elementi addizionali di circostanze scoperte recentemente, e noi notiamo immediatamente il carattere anormale delle norme stabilite. Non abbiamo che un mezzo per verificare le norme: l’analogia comparata, vale a dire quel punto in rapporto a cui misuriamo tutto il resto. In base a queste analogie si determinano e si raggruppano i fenomeni e li si conforma a questa o a quella norma. Se scoprissimo un certo comportamento per il quale non si trovi un'analogia, non potremmo sapere se è normale o anormale, naturale o no. In pittura ciò che è normale in Rembrandt (Rembrandt sarà dunque il punto al quale ci conformeremo, misureremo tutti i fenomeni d'ordine pittorico, e dunque sarà anche la norma di apprezzamento) è anormale nel Cubismo, la norma della pittura e la sua violazione saranno sotto questo rapporto evidenti. Se tutte le persone fossero nella condizione di quel grado di comportamento "affettivo" che si considera anormale, questo grado allora diventerebbe normale e le casuali unità della norma attuale sarebbero morbose. Tutto ciò che non corrisponde a quanto è stabilito come normale dalla maggioranza è morboso per la minoranza. Le nuove arti sono considerate un male dalla maggioranza della società erudita e non erudita e dalla critica, mentre da parte delle nuove arti, al contrario, è questa maggioranza a essere considerata anormale. Cio avviene a causa del fatto che la temperatura normale dell’arte è, diciamo, fissata a 36,5 gradi, che al di sopra di questa viene la malattia e tutti i rapporti in una tale condizione saranno anormali. In realtà non c'e alcuna malattia, ci sono dei semplici rapporti reciproci d'influenze che producono diversi stati di comportamenti. La normalità della vita non si può misurare né a 36, né a 48 gradi di freddo o di caldo. La vita non si arresta a nessuna temperatura superiore o inferiore a 0. 2. La natura è la circostanza in cui si trova il sistema del nostro cervello, la natura e l'ambiente in cui si sviluppa l'attività del nostro sistema nervoso. Le condizioni circostanti, cioè il comportamento di un certo ambiente, influenzano questo sistema ed è possibile che in mezzo a esse il cervello si trovi nello stesso stato incosciente(mente) e funzioni nella propria manifestazione come tutto il resto, cioè che solo il contatto fisico agisca sulla sensibilità delle fibre nervose, che sono anche portate a certi stati, di affaticamento, eccitazione, elasticità, disegnando il loro comportamento per mezzo di una svariata espressione di rette e di curve, riunendole in modo differente, al di fuori della loro presa di coscienza, qualunque essa sia, del loro assetto razionale o non razionale, cioè che esso si trovi in uno stato "senza-oggetto". II ferro quando si trova a un'alta temperatura inizia a diventare rosso e a poco a poco passa a uno stato bianco. Sotto l’effetto di questa temperatura si dilata e si contrae e forma altrettanto bene sia la superficie piana sia la linea. L'acqua si trasforma in vapore e, a sua volta, ora si contrae, ora si dilata, a seconda della temperatura, forma una pesante nube. Anche l'uomo si ripiega o si contrae con il freddo e si raddrizza, si distende, con il caldo. E queste azioni si verificano indipendentemente dal fatto che l'uomo abbia o non abbia una ragione, che sia in uno stato cosciente o incosciente. Tutte le azioni che agiscono sull'organismo provocano manifestazioni in forme diverse: gesti, grida, silenzio, pianti, gemiti, collera e tutte le manifestazioni si rapportano a una categoria estetica: pittura, scultura, architettura, poesia, musica, ecc., in virtù della qual cosa ogni individuo può essere direttore, impiegato, poeta, artista, pittore, musicista, gioca certi ruoli di Verità inesistenti. La forza di queste manifestazioni dipende dal grado di sensibilità del sistema nervoso, dalle circostanze che lo influenzano. Se si potesse fare pressione su una certa parte del cervello in cui si trova uno dei fasci del sistema nervoso che dirige una delle funzioni della manifestazione generale, con l'aiuto di apparecchiature si potrebbe obbligare un altro uomo a eseguire queste o quelle funzioni al di fuori della presa di coscienza dell'individuo sottomesso a una tale esperienza. In parte ciò avviene nella vita stessa, alcune persone dirigono e governano le altre, diciamo, in una famiglia il capofamiglia è il padre. Egli aspira a premere nel cervello dei membri della famiglia quel fascio del sistema nervoso le cui funzioni manifestino l’azione di cui ha bisogno, cioè l'azione in cui egli stesso vive, pensa e riflette in una certa direzione. E’ in questo modo che sugli uomini o su un soggetto isolato avviene l'esperienza della privazione del suo determinate ambiente, delle circostanze o dell'essere di tutto ciò che forma la sua coscienza, la privazione di tutti gli oggetti che agiscono sul suo sistema nervoso in un ordine indesiderabile, l'ambiente necessario si sviluppa agendo differentemente sull'individuo. In qualsiasi stato, o meglio lo stato stesso è questo apparato per mezzo del quale si produce la regolazione del sistema nervoso delle persone che ci vivono; in questo stato ci sono persone che si chiamano “uomini aventi il pensiero dello stato", persone nelle quali la coscienza soggettiva e individuale è gia stata soppressa. Persone che sono avvolte da una circostanza di stato. II loro elemento addizionale non esiste, non si manifesta; invece, le persone che non pensano sul piano dello stato sono persone che possiedono una coscienza individuale e il loro elemento addizionale diverge da quello statale, è l’elemento vagante rispetto al sistema dello stato. > |
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Tali persone si considerano libere, per esempio, i liberi artisti, cioè persone che non si sottomettono ai sistemi e che lo stato considera criminali, non organizzate, e si sforza di organizzarle, cioè di convincerle della ragionevolezza del proprio modo di pensare, le chiama "liberi pensatori": esse non pensano come pensa lo stato, la famiglia non pensa come il padre. Il loro comportamento differente non si sottomette reciprocamente all’altro. Si verifica la lotta per l'inglobamento da parte dello stato del proprio elemento addizionale, quello di un certo sistema di pensiero, ed esso vuole sottomettere a sé il libero pensatore, vuole che il cervello del libero pensatore lavori nel suo sistema statale. Nell’ambito dell'arte il ruolo degli elementi addizionali è grande: l'elemento addizionale di una delle correnti della pittura inculcato nel cervello modifica le correlazioni pittoriche e anche la coscienza dell'individuo si modifica. Sotto l’effetto dell'elemento addizionale della curva di Cézanne il suo comportamento è diverso che sotto l'effetto della linea falciforme del Cubismo o della retta del Suprematismo. Tutte le sue manifestazioni, estetiche e produttivo-industriali, religiose, psichiche e politiche si modificherebbero. Il soggetto comincerebbe ad avere un’attitudine differente e a vederle in un altro ordine rispetto a come le vedeva in precedenza. In campo estetico comincerebbe a percepire i fenomeni non nel loro realismo di piano tridimensionale, ma, nel caso della linea falciforme del Cubismo, in un realismo a sei dimensioni. E nel caso di un altro elemento addizionale, diciamo della curva di Cézanne, tratterebbe i fenomeni in un realismo a tre piani. Da qui otteniamo le varietà, cioè il vario modo di vedere le cose, di conformare diversamente gli elementi pittorici. La pittura è una delle manifestazioni del modo stesso di vedere la natura e di rappresentarla graficamente o a colori sulla tela. Da qui abbiamo un enorme materiale che può essere analizzato come sono analizzati tutti gli altri materiali scientifici delle varie categorie di fenomeni o di comportamenti analizzabili.Io suddividerei le manifestazioni in tre categorie: grafico-lineare, pittorica e sonora; tutti i comportamenti si esprimono seguendo queste tre categorie. E’ chiaro che la causa di questo o quel comportamento è l’energia di questa o quella circostanza che agisce e della facoltà di eccitazione del sistema nervoso, del fascio che è legato al cervello. Il comportamento stesso non sarà un riflesso, ma soltanto il risultato dell'unione di due stati energetici. E’ per questo che riflettere la vita, lasciarla passare attraverso di sé, al di fuori del proprio elemento addizionale, è prerogativa degli individui della seconda categoria col corpo vuoto e di cui si parlerà in seguito, la macchina, l’apparecchio fotografico. Sulla base dell'azione e della capacità di percezione e di riflesso del cervello si elaborano certe funzioni che noi chiamiamo professione del soggetto dato; questa professione e questa funzione non sono altro che la reazione costante del soggetto a una sola e unica circostanza agente; tale professione può essere chiamata anche sistema del soggetto dato, sistema ottenuto a partire da interazioni costanti stabilite. Da qui deriva che la produzione degli strumenti da lui elaborati non è altro che il mezzo per superare sempre lo stesso essere agente. L'azione dei fenomeni colorati della natura su una certa parte del sistema nervoso genera i fenomeni pittorici, si crea una professione pittorica, si crea l’uomo che si preoccupa di regolamentare e di riflettere le influenze colorate dell'essere su di sé, e la stessa opera d'arte è il risultato dei rapporti fra soggetto e oggetto. Noi eleviamo tali opere o una tale struttura di rapporti a due categorie: la categoria estetica e la categoria tecnico-produttiva, cioè la pittura delle macchine, dei tetti e di altri oggetti utilitari, la cui colorazione è calcolata secondo considerazioni puramente pratiche, utilitarie. In questo caso, dunque, si può anche non parlare dell’aspetto armonico o estetico, essi possono anche non essere legati dal loro rapporto alle forme dell'oggetto utilitario. L'altra categoria, quella estetica, è anch'essa una categoria convenzionale, nella quale si annoverano le opere d’arte armoniose nelle loro proporzioni, cioè che irritano i rapporti di colori, di suoni e di forme stabiliti. Infatti, l’instaurazione di nuovi rapporti armonici desta irritazione nel cervello, e ciò accade per ogni nuova corrente pittorica. Questa disarmonia si protrae finché non viene stabilito quest'ordine nel cervello e allora i nuovi rapporti pittorici diventano armonici e normali.
Tutte le correnti pittoriche, così come le altre arti, riflettono la natura. Il riflesso stesso non è altro che il superamento di quest'ultima da parte della sua rappresentazione esatta, o l’introduzione di tutti i suoi principi disarmonici nella propria armonizzazione estetica, cioè l’introduzione di elementi che sembrano non trovarsi in ordine. Si possono suddividere tutte le opere secondo linea, colore, volume e tutte le altre categorie possibili che risultano dai rapporti reciproci della struttura delle ultime tre categorie. Ogni fenomeno pittorico nei suoi rapporti reciproci puramente "senza-oggetto" della rappresentazione puramente scientifica della natura può essere utilizzato, cioè indirizzato verso qualsiasi settore utilitario, allo stesso modo della natura "senza-oggetto" da cui tutti i rapporti reciproci materiali sono tradotti in senso utilitario, vale a dire che, nel senso utilitario, noi diamo a ogni materiale una nuova funzione e lo poniamo in un rapporto diverso da quello che esso occupava nella natura. Tutte queste funzioni si esprimono in diversi aspetti formali; i materiali prendono un aspetto completamente diverso e risultano essere i segni che si sottomettono all'analisi nel campo della loro condotta, della loro destinazione, della loro conformità allo scopo, ecc.. Essi indicano tutto lo stato del soggetto e ne parlano, soggetto che esprime in forme grafiche o spazio-volumiche questa o quella sua condizione. In tal modo tutte le opere pittoriche non sono altro che la condizione o la condotta di un soggetto dato. Da qui vedo che è possibile sottoporre all'analisi qualsiasi opera e determinare graficamente la condizione e i rapporti reciproci della retta e della curva e anche, con un'analisi spettrale, il grado di colore. Dallo stato delle linee possiamo conoscere la causa, trovare l’elemento addizionale di ciò che ha indotto il soggetto a riflettere in questa o quella forma le azioni colorate dell’essere. > segue in pagina successiva |
Kazimir Severinovič Malevič 1924-1927, Analytical Chart, stampa tipografica, acquerello, matita e inchiostro su carte (cm 72.4x98.4)
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Il dattiloscritto originale di questo testo, conservato in un archivio privato, è intitolato “O pribavoc elemente v zivopisi” e riporta le correzioni eseguite da Malevic. Probabilmente si tratta di una variante che è servita da base al testo più elaborato pubblicato in tedesco nel 1927 nei quaderni del Bauhaus (J. Teil. Einfuhrung in die Teorie des additional Elemente der Malerei), la cui versione italiana è in Kazimir S. Malevic . Scritti , a cura di Andrei B. Nakov, ed. Feltrinelli, Milano 1977, pagg. 304-335. Il testo qui proposto è in “Non si sa a chi appartenga il colore”, che raccoglie scritti di Malevich a cura di Nadia Caprioglio, ed. Erre Enne, Torino 2010, pag. 108-128. |