ISTRUTTORIA DI UN ANTI-EDIPO ... forse ... |
Pierre Riviére . Caen 1835
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Primo interrogatorio di Pierre Riviére . (9 luglio 1835) L’anno 1835, il 9 luglio, nella Sezione delle istruttorie penali della pretura della circoscrizione di Vire, dinanzi a noi Exupere Legrain giudice istruttore nella suddetta circoscrizione assistiti da Théodore Lebouleux, commesso cancelliere; in esecuzione del mandato cl’arresto da noi spiccato il 10 giugno 183 5 contro tale Pierre Riviere. E’ comparso il suddetto Riviere, all’interrogatorio del quale abbiamo oralmente proceduto come segue. DOMANDA. Quali sono il vostro cognome, nome, eta, professione e domicilio? RISPOSTA. Pierre Riviére, di venti anni, agricoltore, nato nel comune di Courvaudon e domiciliato in quello di Aunay. D. Per quale motivo avete assassinato vostra madre, vostra sorella Victoire e vostro fratello Jules? R. Perché Dio me l’ha comandato per dar prova della Sua provvidenza, essi erano uniti. D. Che cosa intendete quando dite che erano uniti? R. Essi erano d’accordo tutti e tre per perseguitare mio padre. D. Voi mi avete detto che Dio vi aveva comandato i tre assassini che vi sono rimproverati, eppure sapevate bene che Dio non comanda mai il crimine. R. Dio ha comandato a Mose di sgozzare gli adoratori del vitello d’oro senza risparmiare né amici né padre né figli. D. Chi vi ha insegnato queste cose? R. Le ho lette nel Deuteronomio: Mosè dando la sua benedizione alla tribù di Levi dice: la vostra grazia e la vostra pienezza sono state date al santo uomo che voi avete scelto, il quale ha detto a suo padre e a sua madre: Non vi conosco, e a suo fratello: Non so chi siete. Questi sono Signore coloro che hanno conservato le vostre leggi e la vostra alleanza e che vi offriranno incenso per placarvi nella vostra collera. D. Avete dunque letto molte volte la Bibbia? R. Si, ho letto molte volte il Deuteronomio, e i Numeri. D. Avete tratto delle ben funeste conseguenze da qualche passo di un libro che non avete capito? R. Mio padre era perseguitato, si sarebbe dubitato della provvidenza di Dio. B Da quando avevate preso l’abitudine di leggere la Bibbia? R. Da molto tempo, da due o tre anni. D. Leggevate anche di solito dei libri di pieta? R. Si, leggevo il Catechismo di Montpellier. D. Avevate letto precedentemente opere di tutt’altra natura? R. Si, avevo scorso per circa due ore l’opera intitolata Il buon senso del curato Meslier. D. Che impressione vi fece la lettura di quest’opera e cosa vi trovaste? R. Io non credevo alla religione a quel tempo. Ne dubitavo. Non era quest’opera che mi aveva tolto la religione, ma essa confermava i miei dubbi. D. Qual e l’altra opera di cui volete parlare? R. Avevo letto negli almanacchi e nella geografia che la terra era divisa in varie parti e dubitavo che essendo stato Adamo creato su una di queste parti fosse stato possibile alla sua posterità popolare le altre. D. Quando avete concepito l’esecrabile progetto che avete portato a termine il 3 giugno scorso? R. Quindici giorni prima. D. Perché e in quale occasione avete progettato un simile disegno? R. Perché mio padre era perseguitato e perché ho visto Dio che me l’ha comandato. D. Spiegatemi quel che avete visto? R. Non potevo lavorare a causa delle persecuzioni che mio padre subiva. Ero in un campo quando Dio mi apparve accompagnato dagli angeli e mi diede l’ordine di dar prova della sua provvidenza. D. Ben prima dell’epoca di cui mi parlate, avete manifestato dei sentimenti di odio contro vostra madre, i vostri fratelli e sorelle ed anche contro vostro padre. R. Non potevo amare mia madre a causa di ciò che mi faceva, ma non avevo alcun cattivo disegno contro di lei, d’altronde i comandamenti di Dio mi vietavano di farle del male. D. Come avete potuto credere in seguito che esistevano dei comandamenti completamente opposti? R. Poiché sono stato spinto personalmente da Dio come lo furono i Leviti, sebbene esistessero gli stessi comandamenti. D. Voi pretendete di scusare i vostri crimini dicendo, cosa assurda ed empia, che vi sono stati comandati da Dio; confessate piuttosto che, disgraziatamente nato con un carattere feroce, avete voluto bagnarvi nel sangue di vostra madre che detestavate da molto tempo, che detestavate soprattutto da quando ella aveva fatto il progetto di chiedere la separazione legale da vostro padre. R. Lo ripeto: Dio mi ha comandato ciò che ho fatto. Il signor parroco aveva detto a mio padre di pregare Dio assicurandolo che Dio lo avrebbe tirato fuori dalle sue difficoltà. Se non lo fosse stato, si sarebbe dubitato dell’esistenza di Dio o della sua giustizia. D. Avete rivelato a qualcuno ciò che pretendete essere accaduto in un campo quindici giorni prima del vostro crimine? R. No. D. Temendo d’essere vittima d’una immaginazione esaltata perché non avete creduto che poteva essere conveniente consultare qualche persona saggia per sottoporle le vostre idee? R. Non ho creduto di doverlo fare. D. Tuttavia, a quanto pare, eravate andato a confessarvi qualche tempo prima, vi eravate comunicato a Pasqua, era semplicissimo che consultaste il vostro confessore, perché non l’avete fatto, le vostre tre vittime sarebbero ancora in vita se aveste preso questo saggio partito? R. Non l’ho fatto e non ho creduto che bisognasse farlo. D. Non è vero che avete talvolta manifestato odio contro vostro padre? R. Questo non è vero. D, Vi si rimprovera di aver commesso nella vostra infanzia vari atti di crudeltà fredda e ragionata, d’aver per esempio schiacciato degli uccellini tra due pietre e di aver inseguito minacciando di dar loro la morte con strumenti che si trovavano allora nelle vostre mani dei giovani compagni che giocavano con Voi? R. Non mi ricordo d’aver fatto ciò, mi è successo solo di uccidere talvolta degli uccelli lanciando delle pietre contro di loro, come fanno gli scolari per uccidere i galli. D. Che cosa avete fatto di un libro che siete stato visto leggere nel borgo di Flers dopo la vostra fuga? R. Non avevo libri con me. Non ne ho letti. D. Voi ingannate la giustizia su questo punto, poiché Vi si e visto nel borgo di Flers con un libro in mano. R. Era forse un Vecchio almanacco che avevo e che vi mostro. Avevo anche qualche foglio di carta. D. Che cosa volevate fare con quella specie di arco e di freccia che si trovavano nelle vostre mani al momento dell’arresto? R. Volevo servirmene per uccidere degli uccelli. D. E lo zolfo che pure avevate su di voi che cosa volevate farne? R. Servirmene per accendere il fuoco nei boschi. D. Volevate dunque vivere nei boschi? R. Si. D. Avevate anche due coltelli in vostro possesso? R. Si, ne avevo due abitualmente a casa di mio padre e dei due che sono stati presi su di me, uno mi serviva ad estirpare delle radici e l’altro a raschiarle. D. Voi avete abbastanza intelligenza per sapere che non vi era possibile evitare la pena che la legge infligge agli assassini e ai parricidi, come mai quest’idea non vi ha distolto dai crimini che avete commesso? R. Io ho obbedito a Dio, non ho creduto che vi fosse del male a provare la sua provvidenza. D. Sapevate bene che facevate male dal momento che immediatamente dopo i vostri crimini avete preso la fuga, vi siete sottratto a tutte le ricerche per molto tempo e avete anche preso delle precauzioni per vivere nei boschi? R. Mi ritiravo nei boschi solo per viverci da eremita. D. Perché non vi siete ritirato nei boschi se tale era la vostra intenzione, prima di assassinate i vostri congiunti? R. Non avevo questa intenzione prima del mio gesto; attraverso di esso sono stato consacrato a Dio ed e allora che ho voluto farmi eremita. D, Fino a questo momento avete voluto ingannare la giustizia, non avete reso omaggio alla verità, eravate ieri a quanto sembra nelle migliori disposizioni, diteci dunque oggi francamente, quale causa ha potuto portarvi ad assassinare vostra madre, vostra sorella e vostro fratello. R. Ho sostenuto lin qui un sistema e un ruolo che non voglio più sostenere a lungo. Diro la verità, e per trarre mio padre fuori dalle difficoltà che ho fatto cio. Ho voluto liberarlo da una cattiva donna che lo molestava continuamente da quando era sua moglie, che lo rovinava, che lo metteva in un tal stato di disperazione, ch’egli era tentato talvolta di suicidarsi. Ho ucciso mia sorella Victoire perché prendeva le parti di mia madre. Ho ucciso mio fratello perché amava mia madre e mia sorella. A questo punto l’accusato fa con ordine e metodo un racconto ben dettagliato e che dura per più di due ore. E la cronaca delle innumerevoli vessazioni che secondo lui suo padre ha subito da parte della moglie. Riviere promette di consegnarci per iscritto cio che ci ha dichiarato a viva Voce.
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Secondo interrogatorio di Pierre Riviére . (18 luglio 1835)
Noi, Exupere Legrain, giudice istruttore suddetto, assistiti da Bidaux, cancelliere capo. Abbiamo fatto uscire di nuovo dalla prigione detto Riviere che abbiamo interrogato come segue: D. ll manoscritto che mi avete consegnato e della composizione del quale vi siete occupato dal momento del vostro interrogatorio del nove di questo mese, non contiene che cose Vere? R. Si. D. Ci sono alcuni fatti che non avete ricordato nelle vostre Memorie; per esempio: non avete detto che un giorno avete legato alla catena del focolare e quando il fuoco era ben ardente, le gambe di vostro fratello Prosper le cui calze furono bruciacchiate e che avrebbe probabilmente subito una bruciatura molto pericolosa se un vicino non avesse tagliato la corda che legava i suoi piedi alla catena? R. Questo fatto e stato esagerato: mio fratello non ebbe alcun male e non corse alcun pericolo; e possibile che abbia voluto fargli paura, ma era tutto qui. Faccio osservare che avevo l’abitudine di riscaldarmi cosi passando i piedi in una corda che legavo alla catena, il mio fratellino aveva Voluto fare altrettanto ed io lo avevo aiutato a sette anni. D, Sembra che da molto tempo vi divertiste a spaventare i bambini che si avvicinavano a voi? R. Si, questo m’e successo spesso, ma non volevo far loro del male. D. Questo vi succedeva spesso; si deve dunque pensare che provavate del piacere a vedere il loro spavento ed a sentire le loro grida? R. Mi divertiva un poco; ma ripeto che non volevo far loro alcun male. D. L’inchiesta ha provato contro di voi certi atti che denoterebbero nel vostro carattere un istinto di ferocia. Come voi stesso confessate nel vostro manoscritto, avete spesso crocifisso delle rane o degli uccellini; quale sentimento vi spingeva a fare simili cose? R. Mi divertivo. D. Vi divertivate visibilmente, poiché e accertato che portavate quasi sempre nelle tasche dei chiodi o delle punte al fine di procurarvi, tutte le volte che ne avevate l’occasione, un godimento di cui eravate avido. Si dice addirittura che passavate delle ore intere a contemplare le vittime della vostra crudeltà ed a spiare ridendo il loro dolore? R. E Vero che mi divertivo; e possibile che abbia riso, ma non provavo tuttavia un cosi grande piacere. D. Non avete minacciato un giorno uno dei vostri fratelli di tagliargli le gambe con una falce che tenevate in mano; era vostro fratello Jean, oggi morto? R. Non ho mai avuto l’intenzione di fargli del male; non mi ricordo la circostanza di cui mi parlate ma se e vera, non era che uno scherzo da parte mia. D. Sembra che abbiate orrore dei gatti e delle galline? R. Si, ho detestato per molto tempo i gatti e'le galline ed in generale tutti gli animali, e questo per odio del crimine della bestialità D. Siete sempre stato di carattere estremamente ostinato; perché, qualche settimana prima del vostro crimine, cercaste, nonostante tutte le rimostranze possibili, di fr salire il vostro cavallo attaccato ad una carretta piena su un mucchio di letame, senza alcuna ragione e quand’era anzi evidente che avreste ferito o ucciso il cavallo? R. Ero convinto che era possibile far salire la carretta su quel mucchio di letame e che di conseguenza mi sarei sbrigato più in fretta. D. Circa nello stesso periodo, trasportando con il carro dei tronchi d’albero che, quando arrivaste in cima ad un pendio, s’erano spostati a un punto tale che minacciavano di schiacciare i cavalli, non avete insistito per discendere il pendio senza cambiare nulla al carico del carro; non avete maltrattato i cavalli per farli avanzare nonostante le rimostranze del signor Hamel che vedeva il pericolo imminente che minacciava i vostri Cavalli e che ve ne aveva avvertito? R. Questo fatto non è vero: io fermai di buon grado il carro quando mi accorsi che era caricato male. D. Circa due anni fa, .voi avete avuto, a quanto pare, la crudeltà di dare la morte ad una ghiandaia che apparteneva a vostro fratello Prosper ed alla quale il .povero bambino, allora malato, era molto affezionato R. Non ho niente a che vedere con la morte della ghiandaia; le avevo dato da mangiare, quest’uccello non mangiava ancora da solo. D. Avevate allora almeno diciotto anni; perché, a quell’eta, faceste un’azione che non si vede fare se non a dei bambini: andaste, accompagnato dai bambini del villaggio, e simulando le pompe d’una sepoltura a sotterrare la ghiandaia alla quale faceste addirittura un epitaffio? R. Il fatto e vero, mi divertii a far questo. D. Volete dirmi qual era l’epitaffio? R. Era concepito cosi: «Qui riposa il corpo della ghiandaia Charlot di Prosper, originaria della parte inferiore del grande Yos, deceduta il... ». Avevo scritto dall’altro lato del foglio: «Nel numero dei viventi, un tempo fu ascritto. Delle cure d’un essere umano era tutto l’oggetto. La speranza diceva che un giorno col suo linguaggio, Tutti i popoli stupiti verrebbero a rendergli omaggio. Ed è morto! ..» D. Non avete detto un giorno a vostro padre che avreste fatto come gli animali con le corna, che avreste corso all’impazzata? R. Si, signore, faceva molto caldo, dissi questo a mio padre e me ne scappai a casa per bere un bicchiere; era uno scherzo che facevo. D. Ma e stato detto che vostro padre, quel giorno, dopo avervi cercato a lungo, vi aveva trovato nella stalla completamente nudo? R. Era un altro giorno; i miei vestiti si erano completamente inzuppati a causa d’un temporale e poiché la porta di casa non era ancora aperta, non essendo ancora ritornati i miei genitori, mi spogliai nella stalla. D. Perché avete dato il nome di calibene ad uno strumento di cui parlate nel vostro manoscritto, strumento che destinavate ad uccidere gli uccelli? R. Mi ero inventato questa parola; m’ero sforzato di trovare un nome che non potesse designare nessun altro oggetto. D. Perché siete andato, seguito dai bambini del villaggio a sotterrare questo strumento? R. Quando lo sotterrai, ero solo; quando andai a dissotterrarlo, dissi ai bambini del villaggio cio che avrei fatto ‘ed essi mi seguirono. D. Ma perché lo sotterraste? R. Ci avevo lavorato a lungo, non volevo distruggerlo e, per conservarlo, l’avevo messo sotto terra. D. Riconoscete la roncola che Vi presento? R. Si, signore, e lo strumento del mio crimine. D. Come, disgraziato, la vista di questo strumento non vi fa versare neanche una lacrima? R. Sono rassegnato alla morte. D. Vi pentite almeno d’aver commesso questi crimini orribili che confessate, di esservi bagnato nel sangue di una parte della vostra famiglia? Avete realmente dei rimorsi? R. Si, signore, un’ora dopo il mio crimine la coscienza mi diceva che avevo fatto male ed io non avrei ricominciato. Fatta lettura al detto Riviere del presente interrogatorio, egli ha affermato che le sue risposte contengono la verità, ed ha firmato con noi ed il cancelliere, informato di tutto. Spiegazione in dettaglio dell’avvenimento occorso il 3 giugno Aunay, villaggio della Fauctrie, scritta dall'autore di quest'azione.
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